Avallone: «Era il mio Instagram d’altri tempi»
Per Silvia Avallone la scelta del diario di scuola era un rito estivo. «Lo compravo ogni agosto a Piombino — racconta al telefono da Bologna, dove vive —. Volevo tornare a Biella con le frasi, i ricordi e le foto dei miei amici che mi avrebbero fatto compagnia per tutto l’anno scolastico».
Nel ‘99 la scrittrice, autrice pluripremiata di Acciaio e Da dove la vita è perfetta, aveva una Smemo di cui oggi conserva i resti, perché della copertina non è rimasto niente, strappata e persa chissà dove.
«Andavo ogni anno alla Coop di Piombino, che era in centro, e dopo aver scelto il diario lo riempivo
Silvia Avallone, 34 anni, il suo ultimo libro è «Dove la vita è perfetta»
di foto del mare. Era un ricordo anche dell’estate che poi mi portavo con me a Biella».
Che effetto fa sfogliarlo oggi?
«Mi fa tanta tenerezza perché ci ritrovo le fragilità dell’adolescenza, la spontaneità, l’affacciarsi dei sentimenti in modo goffo».
Che significato aveva per te allora?
«Era un Instagram prima di Instagram, ci sono oggetti, date, biglietti di treni, nomi delle persone care, ritagli di articoli di giornale, dichiarazioni d’amore. Tutta l’immediatezza della mia vita di allora. La cosa che mi fa più tenerezza è che è rimasto un documento privato che nessuno, tranne me, potrà mai sfogliare».