Nuova lite con Malta sulla nave Diciotti Proiettile con minacce al pm di Agrigento
Provoca un nuovo scontro fra il nostro governo e quello di Malta la ricostruzione della vicenda della nave Diciotti fatta ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un discorso pronunciato in Senato, con il dito puntato prima contro Malta e poi contro l’europa. Il Paese mediterraneo è stato «inerte» e ha spinto i barconi verso le coste italiane, ha detto il premier, secondo il quale le navi de La Valletta hanno addirittura «scortato» la Diciotti per garantirsi che la nave «che cominciava a imbarcare acqua» si dirigesse nella zona di sicurezza italiana. Poi, visto che c’era «un imminente pericolo di vita», la Guardia costiera italiana «è intervenuta». In vista del prossimo Consiglio europeo Conte ha aggiunto che serve «un meccanismo stabile e sostenibile delle fasi di sbarco, distribuzioni e rimpatrio». Poi un ulteriore messaggio a Bruxelles: «L’italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti». La reazione è a stretto giro. La Valletta bolla le parole di Conte come «improprie» sostenendo che «il governo italiano era responsabile dello sbarco, secondo il diritto internazionale ed europeo». Conte incassa l’appoggio di leghisti e grillini. L’ex ministra dem della Difesa, Roberta Pinotti, invece, parla di «sospensione dello Stato di diritto», mentre Piero Grasso auspica che Conte possa tornare alla sua professione».
Ieri, intanto, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha ricevuto una lettera di minacce. «Zecca sei nel mirino...»: è una delle frasi, scritte con un pennarello nero, della missiva contenente anche un proiettile militare. Sulla busta c’era un simbolo di Gladio, l’organizzazione paramilitare clandestina vicina ad ambienti di destra. Nella lettera non c’è un riferimento esplicito all’inchiesta aperta sulla nave Diciotti.