Il viaggio dell’avvoltoio Clara finito in Sicilia a fucilate
L’esemplare raro, liberato dai volontari a Matera, era in volo per l’africa
I volontari che a Matera il 3 settembre l’avevano vista schiudere le ali e librarsi in alto devono aver colto in quell’esemplare di avvoltoio femmina nata da appena tre mesi «un’infinita idea di libertà», la stessa del «gabbiano Livingston».
Ma Clara, come l’avevano chiamata dopo le coccole e l’acclimatamento in una cassanido, non avrà uno scrittore come Richard Bach per raccontare la sua traversata dalla Basilicata verso l’africa perché in Sicilia, dopo i primi 800 chilometri, su un pendio a dieci minuti da Mazara del Vallo, ha incrociato un cacciatore pronto ad abbatterla con una fucilata esplosa per una sorta di macabro spasso, lasciando la bestiola in fin di vita.
Come l’hanno trovata i carabinieri forestali, correndo invano verso l’istituto zooprofilattico. Come deve averla intravista la sorella con cui era nata ed era stata liberata, Bianca, l’altro avvoltoio femmina di questa favola senza lieto fine perché adesso tutti cercano il bracconiere che non s’è manco curato di recuperare la carcassa, come si fa con i conigli o con le pernici da portare a tavola per trofeo.
Un avvoltoio invece l’ammazzi per divertimento, anche se si tratta di uno dei rarissimi esemplari di «capovaccaio», specie in estinzione, appena dieci coppie presenti in Italia. E per questo organizzazioni La vicenda
● Clara, una femmina di avvoltoio capovaccaio, è stata uccisa a fucilate nei pressi di Mazara del Vallo (Tp) come il Cerm, il Centro rapaci minacciati, ottengono contributi dall’unione europea per far nascere delle creature da allevare con cura, pinzarle con un gps e seguire il volo, l’andata e, in primavera, il ritorno che in questo caso non ci sarà.
La storia di Clara e Bianca comincia a Rocchette di Fazio, a due passi da Grossetto, dove nascono il 25 maggio, trasportate poi nel parco naturale della Murgia materana dai volontari del Cerm e dell’ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nell’ambito del progetto Life Egyptian Vulture, il cui obiettivo è la conservazione del capovaccaio, esemplare che si sviluppa ormai in proporzioni ridottissime in Italia e alle Canarie.
L’europa finanzia, ma poi tutto s’annulla quando un bracconiere adesso ricercato dai carabinieri e definito da tutti un delinquente spara violando le norme e le leggi, come dice anche il presidente della Federcaccia siciliana, Giuseppe La Russa, da Racalmuto, la sua città, la stessa di Leonardo Sciascia, prendendo le distanze, invitando i suoi colleghi a collaborare con gli inquirenti.
E arriva anche al ministro dell’ambiente Sergio Costa un esplicito invito a dare un segnale, come fanno un dirigente della Lega italiana protezione uccelli (Lipu), Claudio Celada, perché blocchi l’apertura della caccia in Sicilia occidentale, indicata «come blackspot della caccia illegale». La risposta in una durissima nota del ministro: «Un gesto vigliacco e inqualificabile». Il Wwf con Dante Caserta sollecita dal canto suo il governatore Nello Musumeci a bloccare i fucili. Mentre i carabinieri del colonnello Stefano Russo setacciano le telecamere di sorveglianza su strade provinciali e comunali. A caccia del bracconiere, adesso braccato pure dai veri cacciatori.