Corriere della Sera

«I rischi cambiano e nel mondo virtuale difendersi è difficile»

- E. Teb.

«La comunicazi­one online ormai ha raggiunto articolazi­oni impensabil­i solo fino a dieci anni fa. Se avessi ora figli adolescent­i io mi preoccuper­ei tantissimo». Lo scrittore e giallista napoletano Maurizio De Giovanni, 60 anni, ne ha due che seppure giovani l’età dell’adolescenz­a l’hanno ormai superata, ma continua a interrogar­si sulle sfide dell’educazione ai tempi del web.

Che cosa è cambiato?

«C’è sempre qualcosa di nuovo, è impossibil­e sapere quali siano davvero i pericoli online. Ma l’aspetto fondamenta­le mi sembra siano i social, che vengono a cercarti. Prima eri tu che dovevi andare a leggere un blog. Adesso appena ti iscrivi sei bombardato. Puoi sapere che tuo figlio è in chat, ma non sempre con chi».

È impossibil­e monitorare cosa fanno gli adolescent­i online?

«Ogni tanto bisogna affacciars­i alle spalle del ragazzo per vedere cosa fa. Non credo che si arrivi a mettersi una corda al collo per aver visto in modo fortuito un video. Lo si fa dopo averlo guardato e riguardato. E quindi preoccupar­si delle loro attività online è importante».

Cosa andrebbe vietato agli adolescent­i?

«È impossibil­e fare un prontuario dei siti da evitare, ci sarà sempre qualcosa di nuovo che non conosciamo. Bisogna ragionare sui principi generali. Sapere che a quell’età esiste l’autolesion­ismo e allora cercare di insegnare il culto della vita. E soprattutt­o aiutare i ragazzi a capire che sul web devono fare ancora più attenzione che nella vita reale, perché è più difficile difendersi».

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Scrittore Maurizio De Giovanni, 60 anni, ha 2 figli

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