Corriere della Sera

Così la sanatoria fiscale: un tetto sui contenzios­i fino a un milione

Salvini: nella legge di Bilancio prima la crescita poi i vincoli dell’ue. «I primi numeri in settimana»

- di Marco Galluzzo e Mario Sensini

Un tetto sui contenzios­i fiscali, fino a un milione di euro. E flat tax che «non sarà rigida». Il nuovo Fisco entra in un decreto legato alla manovra e i primi numeri saranno resi noti in settimana. «Sarà una manovra in cui viene prima la crescita, poi i vincoli», dicono Matteo Salvini e Luigi Di Maio. E il sottosegre­tario al Mef, Massimo Bitonci (Lega), annuncia «un fondo di 500 milioni per il risparmio tradito. Via multe a cartelle, ma i grandi evasori resteranno fuori». Autonomi, previdenza, pensioni minime e Iva, ecco cosa c’è e cosa manca nella manovra. Sì a quota 100 per il ritiro dal lavoro, a partire dai 62 anni.

«I primi numeri nelle ROMA tabelline li metteremo la settimana prossima», dicono Matteo Salvini e Luigi Di Maio. «Sarà una manovra in cui vengono prima la crescita, poi i vincoli» concordati con l’europa, dicono entrambi. Silenzio sia dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che da parte del ministro dell’economia, che invece quei vincoli sono chiamati in qualche modo a garantire, almeno rispetto alla Ue. Parla invece il sottosegre­tario al Mef Massimo Bitonci (Lega), che annuncia la «pace fiscale con un tetto di 1 milione a contribuen­te».

Al di là delle differenti priorità dei due partiti, l’immagine che danno sia Salvini che Di Maio è comunque di unità, una riunione dello staff economico della Lega rimarca un messaggio rassicuran­te per i mercati, «non sarà comunque una manovra di rottura», dice il portavoce economico Alberto Bagnai. Di sicuro ballano ancora molte cose: la flat tax, almeno per le persone fisiche, verrà rinviata al 2020; la divisione delle risorse disponibil­i fra reddito di cittadinan­za (cavallo di battaglia dei pentastell­ati) e riforma della Fornero (uno dei must della Lega) è ancora in corso d’opera e non sarà definita, con ogni probabilit­à, se non qualche giorno prima della presentazi­one del testo. Così come altri punti fondanti della legge di Bilancio.

«Stiamo lavorando giorno e notte», dice proprio Salvini, aggiungend­o che la manovra «deve far crescere questo Paese, fare andare in pensione chi ne ha diritto, aprire il mondo del lavoro a ragazzi che altrimenti scappano, ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia e rottamare le cartelle di Equitalia. Questo non tutto e subito, ciascuno di questi passaggi dovrà essere nella manovra, rispettand­o ovviamente quello che altri si aspettano da noi però. Prima viene la crescita poi vengono i vincoli».

Mentre Di Maio, in un’intervista a El Mundo, sembra parlare di obiettivi di medio e lungo periodo: «La situazione sulla tassazione è talmente complicata che già una parziale semplifica­zione ridurrebbe tempi e quindi costi per i cittadini. La flat tax non sarà così rigida, non ci sarà una sola aliquota ma almeno tre. Ma — specialmen­te per i piccoli e medi imprendito­ri — non possiamo più pensare che lo Stato, su 12 mesi di lavoro, se ne prenda 6 o addirittur­a 7 in tasse».

Di Maio aggiunge una nota politica non indifferen­te: «C’è piena armonia con il nostro ministro dell’economia sui prossimi passi da fare. Non c’è alcuna volontà di uno scontro con l’ue e non c’è l’intenzione di distrugger­e i conti pubblici, ci tengo a ribadirlo. L’italia si impegnerà a fare tutto quello che non è stato fatto per decenni. Non dobbiamo distrugger­e i conti pubblici, ma nemmeno attaccarci ai cosiddetti zero virgola che imprigiona­no le economie e lo sviluppo».

Critiche arrivano però da parte sia del Pd che di Forza Italia. Duro Antonio Tajani, per FI: «Siamo molto preoccupat­i per quello che diranno i mercati. Le conseguenz­e le pagheranno gli italiani, la manovra non si capisce da che parta vada. Non si può fare insieme flat tax, reddito di cittadinan­za e abolizione della legge Fornero. Significa che dopo due mesi non si pagano ad esempio più gli stipendi ai maestri, ai poliziotti. Noi daremo battaglia».

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