Corriere della Sera

Inter, buio a San Siro Come uscire dalla crisi?

Squadra senza identità, Spalletti già sotto pressione L’ex nerazzurro Dimarco regala la vittoria al Parma

- di Mario Sconcerti G. De Carolis, Fiocchini

Una vittoria su 4 partite: l’inter, nei pronostici doveva essere l’anti Juve, inciampa a San Siro contro il Parma. E martedì c’è l’esame Champions.

MILANO L’inter resta un film muto, viaggia al rallentato­re in campo e in classifica, e non è capace di emettere neppure il più flebile dei suoni. La seconda sconfitta in campionato spalanca le porte alla crisi, allarga l’emorragia di punti, scolorisce fino quasi a cancellare il ruolo di possibile antijuve, fa fiorire dubbi su quale potrà essere il cammino nel terrifican­te girone di Champions e accende i riflettori sulla posizione di Luciano Spalletti, inevitabil­mente sotto pressione. «Se va male il responsabi­le sono io», è l’ammissione di colpa dell’allenatore.

Il rovescio contro il Parma è la sintesi di un dramma inaspettat­o e scioccante per i nerazzurri, ridimensio­nati da un avvio di stagione orribile, con un solo successo in quattro incontri, e certificat­o da un numero spaventoso: se oggi la Juve batte il Sassuolo si ritrova già con 8 punti di vantaggio, un abisso.

Il sabato del villaggio interista non ha nulla di lieto, si chiude con una sconfitta pesante, recapitata dall’ex terzino nerazzurro Federico Dimarco prestato al Parma. Entrato a inizio ripresa per sostituire l’infortunat­o Gobbi, il 20enne si è scoperto killer per caso, spietato giustizier­e con un imparabile tiro a effetto da trenta metri, un colpo alla Roberto Carlos. Un capolavoro per punire l’inconsiste­nza in attacco dell’inter, in cui affiorano i primi sintomi di una malattia letale: non saper segnare. Su quattro partite già due volte è rimasta senza reti e, non bastasse, ha sempre subito gol se si esclude il match di Bologna.

Non c’è molto da recriminar­e per l’inter, appena decorosa all’inizio, poi consumata e sciolta come una fioca candela dall’angoscia di dover far risultato a ogni costo. Spalletti ha guardato più all’esordio di martedì in Champions contro il Tottenham (sconfitto 2-1 in casa dal Liverpool) e ha attuato un pesante turnover, lasciando fuori Icardi e riproponen­do Keita prima punta: scelta infelice, pagata a caro prezzo.

L’inter qualcosa ha prodotto, soprattutt­o sparando in area cross a ripetizion­e, mai intercetta­ti da Keita. Il Parma s’è difeso senza stress, non smuovendo nulla davanti, ma con un’alta densità al centro che ha mandato fuori fase Brozovic e tenuto lontano dall’area Nainggolan. Il gioco si è insabbiato al limite e la pa-

zienza ha fatto posto al nervosismo.

In quelle giornate in cui non va bene, rischia poi di andare male. Spalletti ha provato a scardinare l’ordine del match, ha inserito Icardi a inizio ripresa e Politano a seguire. La partita ha continuato ad andargli di traverso e che Dimarco fosse il predestina­to s’è capito quando ha salvato sulla linea, deviando, con il braccio, il tiro di Perisic. Un episodio da Var, ignorato con supponenza dall’arbitro Manganiell­o che non l’ha nemmeno rivisto. Spalletti ha protestato e parlato di «rigore senza alcun dubbio».

Non è però un alibi il penalty negato, la realtà sono ritmi bassi e un piatto giro palla. L’inter ha provato, ma ha fallito: con l’impacciato Icardi due volte, con Nainggolan murato, con Gagliolo che ha rischiato l’autorete con una chiusura.

Non un assedio, piuttosto una pressione senza logica, non motivata dalla rabbia e non sostenuta dalla qualità. Il capolavoro di Dimarco ha punito un’inter che non è né arrogante né presuntuos­a e deve invece esserlo per diventare grande.

Il vantaggio del Parma l’ha incenerita: nessuna reazione, solo un consegnars­i inerme alla sconfitta. Un problema di mentalità, identità, carattere. Martedì c’è il Tottenham, un’opportunit­à per uscire dalla crisi o piombarci. C’è da capire quale Inter si presenterà, quella attesa ancora non si è vista.

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Luciano Spalletti, 59 anni, dopo la sconfitta della sua Inter a San Siro con il Parma, secondo ko in quattro partite
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DelusioneI­van Perisic si dispera dopo un’occasione sprecata. Il croato è il capocannon­iere nerazzurro con due gol, Icardi è ancora all’asciutto(Ap)
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(Ap) A secco Luciano Spalletti dà indicazion­i mentre il Parma festeggia il gol. Nel tondo, l’intervento di mano di Dimarco

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