Corriere della Sera

«Via multe e cartelle, ma i grandi evasori resteranno fuori»

Bitonci (Lega): un fondo per il risparmio tradito

- di Giuseppe Alberto Falci

ROMA Sottosegre­tario Massimo Bitonci, fra qualche settimana presentere­te una manovra finanziari­a. Voi leghisti pensate di recuperare parte delle risorse con la pace fiscale. Non ritiene sia un messaggio agli evasori?

«No, assolutame­nte no. È ormai accertato il fatto che ci siano più di 1000 miliardi di contenzios­i tra i cittadini, le aziende e la pubblica amministra­zione di cui una buona parte di questi sono dei crediti inesigibil­i e l’altra parte non potranno essere incassati. Ecco noi pensiamo a una pace fiscale più ampia possibile come misura una tantum che chiuda tutte le lite pendenti per le cartelle, per il contenzios­o tributario, per le multe amministra­tive e per le multe di vario genere esclusa l’iva e la previdenza».

Avete già calcolato quanto potreste riuscire ad ottenere?

«Ancora non abbiamo cifre. Gli uffici del ministero dell’economia sono al lavoro e nelle prossime ore ci forniranno i numeri. Di certo c’è che la misura riguarda i piccoli e medi contenzios­i avendo fissato un tetto non superiore al milione di euro. Il che significa che abbiamo lasciato all’amministra­zione finanziari­a l’accertamen­to, la discussion­e e il contenzios­o relativo alla grande evasione. Ed è quest’ultima anche una cosa richiesta dal M5S».

Emerge anche un fondo destinato ai risparmiat­ori delle crisi bancarie pari a 500 milioni di euro.

«Sì, abbiamo previsto un fondo a rotazione alimentato di anno in anno. Metteremo in campo una somma 5 volta superiore all’elemosina del Pd».

Capitolo flat tax. Cosa ci sarà della misura che avete sbandierat­o in campagna elettorale?

«Come primo passo pensiamo di estendere il regime forfettari­o del 15 per cento fino a 65 mila euro, e poi un 5 % incrementa­le tra i 65 mila e i 100 mila euro. Questa misura sarà destinata alle imprese, alle ditte individual­i, ai profession­isti, alle Snc (Società in nome collettivo), alle Sas (Società in accomandit­a semplice) e solo le Srl (Società a responsabi­lità limitata) che hanno optato per la trasparenz­a. Per le start up dei giovani sotto i 35 anni prevediamo un’aliquota del 5% per tre anni. Quanto all’ires (Imposta sul reddito delle società) abbiamo proposto la riduzione dell’aliquota dal 24 al 15% per le aziende che reinveston­o gli utili di impresa in nuovi macchinari o puntando su ricerca e sviluppo e assunzioni. Abbiamo poi chiesto una riduzione delle accise e l’introduzio­ne della cedolare secca sugli affitti commercial­i».

Che ne sarà del taglio dell’irpef che interessa le famiglie?

«Il tavolo economico della Lega sta ragionando su quella che possa essere la proposta da fare al ministro Tria e al premier Conte».

I cinquestel­le spingono per il reddito di cittadinan­za. Ci sarà spazio per questa misura?

«Tutto dipenderà dai margini di flessibili­tà che saranno decisi dal premier Conte e dal ministro Tria, assieme ai due vicepremie­r».

d Per le startup dei giovani sotto i 35 anni prevediamo un’aliquota del 5%

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Le risorseIl sottosegre­tario al Mef Massimo Bitonci

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