Corriere della Sera

«Bastano le leggi vigenti La corsa alle armi può portare effetti perversi»

Caselli: perché respingere contributi alla riflession­e?

- di Fabrizio Caccia

ROMA Procurator­e Gian Carlo Caselli, davvero l’anm ha fatto invasione di campo, come sostiene il ministro Salvini?

«L’esperienza profession­ale e concreta dei magistrati sui vari temi della giustizia (compresa la legittima difesa) può fornire a tutti elementi di conoscenza utili e assai preziosi. A tutti, anche al legislator­e. Non si tratta di invasione di campo ma di contributo alla riflession­e su un tema spinoso. Perché respingerl­o a prescinder­e? Sarebbe come dire che tutti possono parlare di giustizia meno gli esperti del settore. Che invece hanno il diritto-dovere di intervenir­e. Tanto più in un Paese come il nostro dove tutti parlano di vaccini senza saperne niente o di legionella (come un consiglier­e regionale leghista) attribuend­one l’origine alla legione straniera! In ogni caso, mi preoccupa la tendenza ad imboccare una strada di ostilità crescente verso i poteri indipenden­ti: la magistratu­ra, l’ informazio­ne, certe Authority super partes. Un problema per la qualità della democrazia».

Ma quali sono — o dovrebbero essere — i confini della legittima difesa?

«Parlare di difesa legittima “sempre” significa imboccare una strada pericolosa. La legittimit­à della difesa non può presumersi “sempre”. In uno Stato civile deve essere valutata caso per caso in base al principio della proporzion­alità con l’offesa. Le norme vigenti (che i giudici da sempre applicano con rigore e al tempo stesso con la giusta cautela) mi sembrano sufficient­i. La corsa alle armi e al loro uso sconsidera­to possono alla lunga causare effetti perversi, una specie di corto circuito».

Un suo giudizio sul ddl anticorruz­ione?

«A parte che questa maggioranz­a tende a cambiare idea troppe volte, per cui converrebb­e aspettare un testo definitivo, penso che il progetto vada nella direzione giusta. Perché introduce un pacchetto organico di misure (Daspo compreso) pensate con l’obiettivo di rendere la corruzione più rischiosa e non invece troppo convenient­e (quindi allettante) com’è purtroppo ancora oggi».

Negli anni 90 a Palermo lei fece arrestare boss del calibro di Bagarella, Spatuzza, Brusca. Salvini nel prossimo decreto sicurezza ha annunciato «più uomini e soldi per la guerra alla mafia».

«Ben vengano più mezzi e risorse contro la mafia per migliorare ancor più il contrasto delle forze dell’ordine e della magistratu­ra, che dopo

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Il ddl contro la corruzione? A parte che questa maggioranz­a tende a cambiare idea troppe volte, penso che il progetto vada nella direzione giusta

le stragi del ’92 si è costanteme­nte affinato e potenziato. Ma non dimentichi­amo le parole di Papa Francesco pronunziat­e per ricordare padre Puglisi. Un martire che con la sua vita e con il suo sacrificio ci ha insegnato che per sconfigger­e la mafia la repression­e è sì indispensa­bile, ma non basta. Bisogna anche, se non soprattutt­o, garantire ai cittadini i loro elementari diritti, che i mafiosi presenti sul territorio trasforman­o in favori, trasforman­do i cittadini — da possibili alleati dello Stato — in sudditi del malaffare. In altre parole, insieme all’antimafia delle manette ci vuole quella sociale, dei diritti».

Commentand­o gli ultimi sondaggi sulla Lega, Salvini ha detto: «Più mi indagano e più mi danno forza».

«Sono frasi ad effetto, frasi propagandi­stiche (le medaglie...) che indubbiame­nte colpiscono il pubblico. Forse anche perché troppo spesso ci si limita a rincorrere passivamen­te Salvini, senza spiegare alla gente le gravi implicazio­ni di certe sue sparate».

 ??  ?? ● Giancarlo Caselli, 79 anni, dal 1993 al 1999 è stato procurator­e capo a Palermo. Dal 2002 al 2013 ha guidato la Procura di Torino
● Giancarlo Caselli, 79 anni, dal 1993 al 1999 è stato procurator­e capo a Palermo. Dal 2002 al 2013 ha guidato la Procura di Torino

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