Corriere della Sera

Berlusconi vede Matteo: il no al tetto per gli spot? Di lui ci si può fidare...

Oggi l’incontro di Arcore: i piani sulle Regionali e la manovra

- di Tommaso Labate

ROMA «Bene, è il segno che con Salvini si può ragionare». Silvio Berlusconi ostenta il migliore dei sorrisi quando i suoi uomini gli fanno vedere il lancio dell’agenzia Italia che dà conto della contrariet­à della Lega al tetto massimo alla pubblicità in tv. Sono poche righe, attribuite «a fonti del Carroccio». E recitano proprio così: «Non siamo d’accordo a un eventuale tetto alla pubblicità in tv». Inutile dire quanto la norma sia cara a Mediaset, come inutile è sottolinea­re che le diplomazie di Lega e FI, sul punto, si erano già confrontat­e. Ma vedersele scritte nero su bianco è la prova che il leader della Lega ha già avvisato gli alleati di governo, a cominciare da Luigi Di Maio. Nessuna sorpresa dell’ultimo minuto, nessun cardiopalm­a sugli emendament­i alla legge di Stabilità, «nessuno scherzetto», ripete l’ex premier ai suoi.

È uno dei pochi sorrisi che ad Arcore riescono a sfoderare alla vigilia del faccia a faccia tra Berlusconi e Salvini in programma oggi, probabilme­nte (le agende si sono sincronizz­ate sulla data ma non ancora sull’orario) durante la partita di stasera del Milan a Cagliari, da vedere insieme. Il vicepremie­r, infatti, ha tutta l’aria di chi vuole far passare l’appuntamen­to come una via di mezzo tra il saluto a un amico e la visita di cortesia. Per questo, tra le altre cose, potrebbe presentars­i a villa San Martino senza Giorgetti.

Forza Italia, al contrario, ha la voglia e il bisogno di trasformar­e l’incontro Berlusconi-salvini in un «vertice di centrodest­ra» a tutti gli effetti. Proprio perché l’obiettivo degli azzurri è ascoltare, dalla viva voce del ministro dell’interno, la certificaz­ione che il centrodest­ra esiste ancora. Non a caso, insieme al padrone di casa, sarà presente il vicepresid­ente del partito Antonio Tajani. E non a caso, nella lista delle richieste del leader azzurro, ci sarà la voglia di chiudere un macro-accordo — una specie di nuovo «contratto di coalizione» — che tenga dentro tutto. Compresa la distribuzi­one delle candidatur­e alle prossime Regionali, dall’abruzzo alla Basilicata, dal Piemonte alla Sardegna.

In cambio, Berlusconi potrebbe promettere un «atteggiame­nto diverso» di FI su tutta la grande partita della legge di Stabilità, a cominciare dai punti che erano compresi nel programma del centrodest­ra alle elezioni. Oltre al via libera alla presidenza Rai di Marcello Foa, su cui comunque pende come una spada di Damocle l’interpreta­zione di una norma che sta irrigidend­o M5S. «Nessuna legge vieta il riproporre la candidatur­a, abbiamo rassicuraz­ioni in questo senso da giuristi di alto livello», ha detto ieri il diretto interessat­o. Come niente, al momento, impedisce a Salvini di sponsorizz­are la candidatur­a di Alessio Lanzi — avvocato di Confalonie­ri ma anche ex legale di Mills — alla vicepresid­enza del Csm.

Resta lo scoglio iniziale. Incontro di piacere o vertice a tutti gli effetti? Stretta di mano o nuovo contratto di coalizione, con tanto di comunicato finale? La differenza tra Salvini e Berlusconi è tutta là e non è di poco conto. E chissà che il futuro della coalizione non passi anche attraverso il segno in schedina del Milan, l’unica cosa amata incondizio­natamente da entrambi. Al momento.

La presenza di Tajani

Il leader di FI, che avrà al suo fianco Tajani, vuole gettare le basi per rilanciare il centrodest­ra

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