Corriere della Sera

Conte e il decreto «in autonomia» Tensione con Salvini e Di Maio

L’irritazion­e, poi le smentite. Il leader leghista: «Totale fiducia nel premier»

- Alessandro Trocino Claudia Voltattorn­i

Raccontano che la sera prima che si votasse il decreto «fantasma» su Genova, Matteo Salvini in una cena a casa sua abbia detto ai commensali: «Ma io perché domani devo andare a votare un decreto di cui non so nulla?». Sono i prodromi di quella che sarebbe diventata una guerra sotterrane­a, a base di veline avvelenate, accuse e controaccu­se, che hanno finito per concentrar­si poi su una sola persona: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accusato dai leghisti ma anche da diversi ministri del Movimento 5 Stelle di aver voluto accelerare il decreto, per potersi presentare alla cerimonia, a un mese dalla tragedia, con qualcosa da esibire.

I malumori nei confronti di Conte erano già emersi. Ieri un’agenzia dell’agi li ha evidenziat­i, aggiungend­o un elemento: il decreto su Genova Conte se lo sarebbe «fatto da solo» e non sarebbe stato visto neanche dal ministro per le Infrastrut­ture Danilo Toninelli. Ci sarebbe, dunque, un’irritazion­e congiunta dei due vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio (che non hanno partecipat­o alla conferenza stampa), contro quello che viene considerat­o un gesto troppo autonomo, e avventato, da parte del premier. Naturalmen­te piovono smentite. Da ambienti vicini a Salvini si dice: «Totale fiducia nei confronti del premier, anche e soprattutt­o a proposito delle scelte del governo

43 Le vittime provocate dal crollo del ponte Morandi

200 I metri di ponte che hanno ceduto il 14 agosto

553 Le persone che hanno dovuto lasciare le loro case

stato di tensione della coalizione di governo. Su un tema delicato, poi, come quello di Genova. Salvini spiega che «il commissari­o straordina­rio per l’emergenza dovrà essere concordato con gli enti locali: vanno coinvolti i territori e le associazio­ni». Anche perché, aggiunge, «ci sono un Comune e una Regione e ritengo rispettoso che, a differenza dei governi precedenti, questo governo li coinvolga». Il governator­e della Liguria Giovanni Toti non fa sconti: «Non tollererem­o un’ora di ritardo: se i tempi per la ricostruzi­one del ponte non saranno quelli previsti da noi, il governo ne risponderà davanti ai liguri e agli italiani».

Intanto, a un mese dal crollo di Ponte Morandi, si cerca chi dovrà gestire la ricostruzi­one. C’è una «rosa di nomi» e lo stesso premier ipotizza una figura «giuridica». Ma la nomina avverrà dopo aver consultato Toti e il sindaco di Genova. Martedì saranno entrambi a Palazzo Chigi per discutere i dettagli del decreto approvato «salvo intese». I poteri del commissari­o straordina­rio saranno «ampi», ha promesso il premier, e «speciali» si augura Rixi: «Dovrà scegliere chi ricostruir­à», anche se «riterrei inopportun­o il coinvolgim­ento di Aspi». Da decreto, la ricostruzi­one sarà «completame­nte a carico di Autostrade».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy