Corriere della Sera

Le responsabi­lità del disastro La Finanza porta in Procura una lista con altri trenta nomi

- Dal nostro inviato Alessandro Fulloni

GENOVA La Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura di Genova una «black list» di 60 nomi, 30 nuovi, su cui potrebbero ricadere responsabi­lità penali per il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto che ha causato la morte di 43 persone. Si tratta di dirigenti pubblici e manager privati che si sono occupati a vario titolo del viadotto negli ultimi sei anni. Da quando il controllo sulle concession­arie autostrada­li passò dall’anas al ministero dei Trasporti. L’informativ­a integra un precedente elenco di 30 persone. Ai magistrati spetta ora il compito di un eventuale aggiorname­nto del registro degli indagati, nel quale finora sono state iscritte 20 persone. Quelle che, semplifica­ndo, avrebbero saputo dei rischi per la tenuta del ponte. E che per questo sono coinvolte nell’inchiesta riguardant­e diversi reati, tra cui disastro colposo. I nuovi nomi non per forza saranno raggiunti da avviso di garanzia. Fanno tutti parte degli organigram­mi del ministero delle Infrastrut­ture e dei Trasporti (Mit), proprietar­io del Morandi, di Autostrade per l’italia (gruppo Atlantia controllat­o dalla famiglia Benetton), concession­ario e gestore, e di Spea engineerin­g, la controllat­a di Atlantia che ha stilato il progetto di rinforzo degli stralli. Tra gli altri, l’informativ­a contiene i nomi — tutti non indagati — di Fabio Cerchiai (presidente di Autostrade) e, per quel che riguarda Spea, di Paolo Costa (ex ministro delle Infrastrut­ture e attuale presidente della società) e dell’ad Antonino Galatà, già ascoltato mercoledì in Procura.

Intanto Autostrade afferma che le immagini del ponte pubblicate questa settimana da L’espresso «sono superate». Si tratta di travi rotte e cavi usurati fotografat­i in un rapporto di Spea. Ma ci si attivò subito «per correggere i difetti riscontrat­i — ha scritto la società in una nota — attraverso interventi di manutenzio­ne straordina­ria tra il 2014 e il 2016».

Sotto al viadotto, infine, i tecnici di Spea hanno confermato, dopo l’allarme lanciato dal sindacato Usb, di avere trovato amianto forse usato nei fabbricati Amiu travolti dal crollo. Analisi sulla qualità dell’aria sono in corso.

Travi rotte e cavi usurati Autostrade: le foto pubblicate sono superate, i difetti furono corretti con interventi tra il 2014 e il 2016

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