Il generale nostalgico rispolvera il duello: voglio sfidare Navalny
«Lo farò a polpette». La scelta tra judo e cazzotti
MOSCA Nella Russia zarista i duelli erano molto diffusi, anche se non come in altri Paesi europei. Ma il fatto che oggi un generale proveniente dal Kgb, evidentemente ben addestrato all’uso della forza fisica, sfidi un pacifico avvocato esponente dell’opposizione e critico del potere, ha fatto alzare non pochi sopraccigli. Soprattutto visto che il generale è il capo della Guardia nazionale del presidente Putin, figura pubblica che invita un cittadino russo a violare assieme a lui la legge. Non in un vero duello alla sciabola o alla pistola, come avveniva due secoli fa, ma a cazzotti. Con lo scopo dichiarato di «ridurre in polpette» l’avversario che, a suo avviso, avrebbe bisogno di essere «preso a calci nel sedere, tanto da sentire i colpi fino ai reni».
Certamente non fine, ma efficace nell’inviare il suo minaccioso messaggio postato con un filmato su Youtube. E la cosa ha suscitato ancora maggior perplessità dopo che l’uscita del generale Viktor Zolotov ha trovato addirittura l’apparente approvazione del portavoce del presidente russo: «A volte è necessario lottare con ogni mezzo contro calunnie sfacciate. Naturalmente sarebbe meglio stroncare simili calunnie alla radice». Parole che hanno provocato la preoccupata reazione della moglie di Navalny, il quale è ancora in prigione per aver organizzato manifestazioni di protesta non autorizzate: «Minacce di un mascalzone insolente che conta sulla garanzia di impunità».
Il generale se l’è presa con il
blogger che aveva riportato notizie su un presunto scandalo legato agli approvvigionamenti della Guardia nazionale. Inoltre Navalny aveva anche parlato dell’arricchimento del figlio e del genero di Zolotov. Da qui la volontà di «lavare il proprio onore».
È chiaro che in uno scontro a cazzotti o in un match di judo (l’alternativa offerta dal gelungo nerale) Navalny avrebbe la peggio. D’altra parte i duelli una volta avvenivano soprattutto tra persone pratiche di armi, militari o nobili che comunque avevano avuto un addestramento. C’erano casi particolari, come quello di uno dei protagonisti di Guerra e Pace, il conte Pierre Bezukhov, che Tolstoj fa uscire vincitore da uno scontro a fuoco con un militare di carriera amante della moglie. Nella realtà le cose andavano quasi sempre diversamente. Il poeta Aleksandr Pushkin sfidò un tenente alla pistola nel febbraio 1837 e fu ferito mortalmente. Un altro grande della letteratura russa, Mikhail Lermontov, accettò nel luglio 1841 di scontrarsi con un maggiore di cavalleria: colpito al petto, morì sul colpo.
In ogni caso, il generale Zolotov non è stato molto «sportivo» con il suo avversario: si è guardato bene dall’offrirgli la scelta dell’arma (in questo caso del tipo di sfida) ed è andato direttamente su un terreno a lui favorevolissimo. Nel campo dei non-putiniani hanno tentato di stigmatizzare l’iniziativa di Zolotov ridicolizzandolo. Decine di russi lo hanno sfidato a duello nel loro campo. Il campione di nuoto Viktor Soldatov in piscina; l’alleata di Navalny, Lyubov Sobol, vuole confrontarsi con il generale nel risolvere le equazioni; lo scrittore Oleg Kozyrev ha scritto: «Zolotov, vi sfido a un duello di umorismo: facciamo a chi tira fuori la migliore barzelletta su Putin». Uno scontro che il fedelissimo generale, ex guardia del corpo del presidente, non si sognerà mai di accettare.
Ma c’è chi ha preso sul serio l’iniziativa del militare che si ritiene offeso: il partito liberal-democratico dell’istrionico Zhirinovskij ha proposto alla Duma di reintrodurre la libertà di duello. Ma solo alla sciabola, alla spada e alla pistola.
L’ironia
Dagli anti-putiniani proposte al militare di gare in piscina o a colpi di barzellette