Marzullo, nozze (in camicia a righe) celebrate da De Mita
P er gli animalisti doc come Annamaria Procacci, che lo è da 47 anni, e ora siede nel consiglio di Enpa, «siamo tornati al regime di accanimento, all’italia dell’uccellagione, ai migratori catturati con le reti». È sdegnata l’ex parlamentare Verde mentre commenta quella che definisce la «controffensiva della Lombardia». Non è sola. In apertura della stagione venatoria 2018 tutte le associazioni sono pronte a una nuova grande mobilitazione fatta di marce in piazza e raffiche di ricorsi al Tar.
Oggi si apre ufficialmente la caccia che in molte Regioni è partita già il primo settembre con le pre-aperture deliberate a livello autonomo. Non solo. Le doppiette possono essere puntate contro specie protette come fringuello, pappola, tortora, coturnice, pavoncella, tordo sassello e moriglione, le ultime 5 molto sofferenti secondo la classificazione nazionali. Un ritorno al passato che quasi tutte le amministrazioni regionali avrebbero attuato bypassando la legge nazionale a colpi di «calendari venatori fuori regola». Un’altra accusa. Il via anticipato agli spari potrebbe scattare solo a certe condizioni e col parere preventivo dell’ispra che in alcuni casi è mancato. Non dovrebbe essere permesso invece nelle aree dove vivono specie con i piccoli ancora immaturi, ad esempio la colombaccia. Invece è successo ed è soltanto uno degli abusi denunciati.
La Lega italiana difesa animali e ambiente, la Leidaa, non ci sta: «Queste iniziative calpestano morale, scienza e giurisprudenza con deroghe adottate in extremis o in assenza di piani faunistici. Anche la nuova stagione prende avvio come al solito tra abusi e forzature».
Nel nostro Paese sono bersaglio delle doppiette una cinquantina di specie tra cui una ventina considerate a rischio. Avviene nell’80% del territorio nazionale. Sono 570 mila i cacciatori muniti di licenza, una minoranza che però secondo le associazioni viene tenuta in grande considerazione dagli enti locali. «Ogni anno vengono uccisi legalmente oltre 400 milioni di animali per divertimento», conta le vittime la fondatrice e presidente di Leidaa, Michela Vittoria Brambilla, che coordina l’intergruppo parlamentare per la difesa degli animali. Quali iniziative politiche
Ricorsi
I ricorsi presentati dalle associazioni. In Sardegna scatta lo stop per il tiro alla lepre
Si è sposato a mezzogiorno e dintorni, con la camicia a righe d’ordinanza. Non ha avuto il tempo di farsi una domanda e darsi la risposta, perché il sindaco di Nusco Ciriaco De Mita lo stava incalzando con l’interrogatorio per l’identificazione: «Lei è il signor Marzullo Luigi?». Sì, era lui, che stava per convolare a giuste nozze civili con Antonella De Iuliis, sua compagna da vent’anni, dirigente della società Sviluppo Italia. La donna che lo ha reso «più stabile», anche se, come raccontò qualche mese fa al Corriere, di lei non può «dire di essere stato o di essere geloso: ho un concetto di me molto alto, sarebbe un’affermazione insincera». Quella che è apparsa invece super sincera, ieri, era l’emozione del giornalista che ha mandato in confusione centinaia di intervistati chiedendo se la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere. Nella cerimonia privata che qualche paesano ha cercato di riprendere dal balcone con l’ipad, c’erano anche il cantante Peppino di Capri, felice per l’invito, e l’ex amministratore delegato del Milan di Berlusconi, Adriano Galliani, testimone dello sposo assieme a Flavio Cattaneo, ad di Italo (lui era in compagnia di Sabrina Ferilli, che ai microfoni di Irpinia News ha detto: «Sono contenta, si vogliono bene; stanno in là con gli anni, è giusto farlo: o adesso o mai più»). La sposa era «contenta, felice, emozionata». Un po’ di confusione allo scambio degli anelli , la gag con il sindaco che ha chiesto allo sposo di rispondere due volte, forte e chiaro, alla domanda di rito. Auguri!