Corriere della Sera

Liste per Carige, il tribunale prende tempo

Prima dell’assemblea la decisione sul ricorso Malacalza contro i candidati di Mincione

- Daniela Polizzi

Per ora rimane sospesa la partita sulle liste per il board di Banca Carige. Ieri la giudice Lorenza Calcagno del Tribunale di Genova si è riservata sul ricorso d’urgenza presentato da Malacalza Investimen­ti per inibire l’ammissione delle candidatur­e del patto di sindacato che unisce il finanziere Raffaele Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli (con un complessiv­o 15,198%) in vista dell’assemblea dell’istituto genovese di giovedì prossimo chiamata a rinnovare il consiglio. La decisione del Tribunale di Genova dovrebbe arrivare a breve e comunque prima che l’assemblea voti. Malacalza Investimen­ti, la holding dell’omonima famiglia genovese primo azionista Carige — salita al 27,5% —, a inizio settembre aveva presentato un ricorso d’urgenza ex articolo 700 per chiedere di bloccare la lista di candidati presentata dai pattisti e di inibire i loro diritti di voto. Secondo Malacalza Investimen­ti sarebbero privi dell’autorizzaz­ione Bce agli acquisti di quote azionarie che «comportino la possibilit­à di esercizio di influenza notevole sulla banca o attribuisc­ano una quota dei diritti di voto almeno pari al 10%».

Bisognerà aspettare ancora qualche giorno. Giovedì è intervenut­a la Banca d’italia bloccando al 9,9% i diritti di voto del patto di sindacato e, in accordo con la Bce, ha dato 15 giorni di tempo a Mincione e soci per chiedere alla vigilanza l’autorizzaz­ione a superare la soglia del 10% del capitale. Un arco temporale che va ben oltre la data del 20 settembre dell’assemblea e che di fatto ha giocato a favore della famiglia genovese (che ha proposto Pietro Modiano alla presidenza e Fabio Innocenzi come ceo di Cargige) che nelle ultime settimane ha arrotondat­o la sua quota, acquistand­o in parte anche le azioni messe in vendita dal Tesoro attraverso la Sga, ora scesa sotto il 2% (vota l’1,9%).

È possibile che l’orientamen­to del Tribunale rifletta quello della Banca d’italia con il patto che resta in campo, ma con una limitazion­e di voto al 10%.

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