Corriere della Sera

«Clima, siamo lontani dagli obiettivi di Parigi Emissioni 2018 in rialzo»

Birol (Iea): il prezzo del petrolio resterà sotto pressione

- Di Giuliana Ferraino Giuliana Ferraino

migliorare, a cominciare dal governo di Pechino, che guida la rivoluzion­e tecnologic­a per l’energia pulita. Anche l’india spinge molto sull’energia solare. Ma il loro punto di partenza è molto diverso. Sia la Cina che l’india, ma anche l’indonesia e altri Paesi del subcontine­nte asiatico, sono economie dominate dal carbone da tantissimi anni, e cambiare il sistema energetico richiede molto tempo. Il paradosso è che non abbiamo tempo: se non ci muoviamo in fretta, il conto sarà estremamen­te costoso».

Quanto tempo abbiamo?

«L’accordo di Parigi prevede che nel 2020 vedremo il picco delle emissioni, per poi avere una riduzione progressiv­a. Ci restano ancora 2 anni, vedremo che succede. Ma non sono molto ottimista».

L’amministra­zione Trump ha disdettato gli accordi di Parigi. E’ anche colpa anche degli Stati Uniti se le emissioni aumentano?

«E’ un trend globale».

Alcuni mesi fa c’erano rumors che l’america stesse negoziando dietro le quinte un modo per rientrare nell’accordo alle condizioni di Trump.

«Non mi risulta».

Quale impatto avranno le auto elettriche nella riduzione delle emissioni?

«Grazie ai forti sussidi dei governi, stimiamo che circoleran­no 300 milioni di auto elettriche entro il 2040. Ma con un impatto inferiore all’1% sulle emissioni globali, perché oggi le automobili sono responsabi­li solo dell’8% delle emissioni; e perché usano a loro volte energia. Le auto elettriche però riducono l’inquinamen­to nelle città».

Il prezzo del petrolio è tornato intorno ai 70 dollari. Che cosa prevede per i prossimi mesi?

«Un’ulteriore stretta sul mercato, con nuove pressioni sui prezzi. La domanda globale di petrolio è molto forte, circa 1,4 milioni di barile al giorno, soprattutt­o da parte di Cina e India. Ma dal lato dell’offerta, ho due grandi preoccupaz­ioni. Il Venezuela in appena due anni ha dimezzato la sua produzione agli attuali 1,2 milioni di barili, e ci aspettiamo un ulteriore declino. Inoltre esistono seri dubbi sulla capacità di export di alcuni produttori chiave come l’iran, la Libia e la Nigeria. Perciò se non ci sono aumenti significat­ivi Veicoli elettrici da parte di Arabia Saudita e altri produttori Opec, potremo vedere nuovi rialzi dei prezzi».

Che prezzo vede a fine anno e per il 2019?

«Per legge, non posso dirlo. Ma temo che le quotazioni continuera­nno a salire. Dipenderà molto da cosa succederà in Medio Oriente e dalle scelte dei grandi produttori, come l’arabia Saudita».

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Nel 2040 potrebbero essere 300 milioni, ma con un impatto sulle emissioni solo dell’1%

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