Sotto controllo con le mosse antistress
Dall’attività sportiva alla meditazione, alcuni semplici accorgimenti possono rivelarsi molto utili per gestire la patologia. Intanto arrivano nuovi farmaci biologici
Di psoriasi soffrono circa 2 milioni e mezzo di italiani. Le manifestazioni tipiche della malattia possono comparire a qualsiasi età, in maschi e femmine senza alcuna differenza. La maggior parte dei pazienti mostra in genere i primi segni tra i 15 e i 30 anni. alle domande dei lettori sulle malattie della pelle all’indirizzo
http://forum. corriere.it/ dermatologia
www.corriere. it/salute/ speciali/2014/ psoriasi
Chi soffre di psoriasi sa bene che il periodo tra l’autunno e l’inverno è particolarmente faticoso da affrontare, per la mancanza dei benefici raggi solari e per via dello stress che incombe al rientro dalle vacanze.
Alla ripresa delle attività lavorative e scolastiche, con il passare dei mesi, tendono infatti a riacutizzarsi le manifestazioni tipiche di questa malattia: placche arrossate e ispessite, ricoperte da squame bianco-argentee, più spesso localizzate a gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e pianta di mani e piedi.
«La psoriasi ha tipicamente un andamento ciclico, fatto di miglioramenti e peggioramenti — spiega Ketty Peris, direttore della Clinica Dermatologica all’università Cattolica-irccs Policlinico Gemelli di Roma —. E le lesioni cutanee nei mesi freddi non di rado finiscono per aggravarsi. Adottando alcuni semplici accorgimenti che possono rivelarsi molto utili i pazienti possono però aiutarsi da soli. Se notano un aggravamento, confrontarsi con il dermatologo è un passaggio decisivo per calibrare meglio la cura».
È cruciale che i malati di psoriasi trovino il modo per gestire l’inevitabile tensione che accompagna le incombenze quotidiane: è stato, infatti, scientificamente dimostrato come il benessere fisico e mentale aiuti a migliorare i sintomi fisici e psichici che accompagnano questa condizione. «È importante impegnarsi in piccole mosse antistress — sottolinea Antonio Costanzo, responsabile della Dermatologia all’humanitas di Milano e consigliere della Società italiana di Dermatologia e Venereologia (SIDEMAST) —. Non è solo un effetto psicologico, esiste un profondo legame tra sistema nervoso centrale e pelle, documentato da diverse ricerche. Lo stress può attivare l’infiammazione della malattia psoriasica e accentuare i sintomi. Se questi peggiorano, lo stato della pelle può causare a sua volta più nervosismo, dando così vita a un circolo vizioso che finisce per influire negativamente anche sui trattamenti, rallentarli o renderli meno efficaci». Cambiare il proprio stile di vita può non essere facile, ma ci sono accorgimenti che giorno dopo giorno possono essere messi in pratica per limitare le occasioni di nervosismo: partecipare ad attività (sportive, culturali, sociali) che piacciono, rifiutare nuove responsabilità che potrebbero causare eccessivo affaticamento, provare metodi di meditazione o rilassamento, fare esercizio fisico, yoga o tai chi, ad esempio. «I pazienti con psoriasi non dovrebbero farsi scoraggiare dal freddo e svolgere una costante attività fisica, anche nel periodo invernale — sottolinea Peris, che è anche e membro del direttivo SIDEMAST — . Fare movimento non può che essere di grande beneficio, soprattutto per prevenire o controllare le patologie associate alla psoriasi come ipertensione, diabete, sindrome metabolica. Inoltre, il controllo del peso corporeo mediante l’esercizio fisico regolare permette il controllo del peso corporeo e aiuta, mediante l’azione delle endorfine, a scaricare la tensione di tutti i giorni».
Meglio però evitare gli sport troppo «fisici» laddove ci sia la possibilità di subire traumi e graffi sulla pelle, mentre sport outdoor (quali tennis, corsa, bicicletta o semplici camminate all’aperto) potrebbero essere indicati in quanto permetterebbero di associare l’attività fisica con anche una moderata esposizione ai raggi ultravioletti. Quanto alla mancanza di sole, la fototerapia, prescritta dal dermatologo ed eseguita nei centri specialistici, rappresenta una valida opportunità terapeutica nella stagione fredda.
Altro passaggio critico è la scelta dell’abbigliamento: vietati i tessuti irritanti (come quelli sintetici) e tutto ciò che può causare eccessiva sudorazione, che su una cute infiammata possono provocare o aggravare irritazione e prurito. «Inoltre tutto l’anno, e in particolare nel periodo invernale, le persone affette da psoriasi dovrebbero mantenere la pelle ben idratata al fine di evitare la desquamazione e per lenire la pelle secca — sottolinea Peris —. Le formule idratanti possono essere unguenti (anche a base di vaselina), creme o lozioni. A tal fine è molto importante usare anche detergenti e shampoo delicati».
E se le lesioni sulla pelle peggiorano è fondamentale che i pazienti facciano riferimento ad un dermatologo che saprà scegliere una tra le tante terapie a disposizione per la psoriasi, capaci di tenere a bada le chiazze e di indurne anche la completa risoluzione.
«Oggi disponiamo di molte cure efficaci da scegliere in base alla gravità delle lesioni e alle condizioni del singolo malato — conclude Costanzo —. Si va da quelle topiche (creme, lozioni, gel o spray in schiuma) da applicare direttamente sulla pelle ai trattamenti sistemici tradizionali (ciclosporina e methotrexate). Inoltre sono ormai disponibili anche in Italia diversi farmaci biologici (etanercept, adalimumab, approvati anche per uso pediatrico, oltre a infliximab, ustekinumab, secukinumab, ixekizumab) che hanno un ottimo profilo di
Il meccanismo Tensione e stanchezza possono attivare l’infiammazione alla base della malattia
sicurezza e consentono spesso di ottenere una cute completamente “pulita” nei casi di psoriasi o artrite psoriasica più severi, che non abbiano risposto o per i quali siano controindicate le terapie standard. E nuovi medicinali hanno dato promettenti risultati nelle fasi più avanzate di sperimentazione, quali risankizumab e guselkumab, allo studio in malati con psoriasi in forma moderata-severa».