Corriere della Sera

Per imparare a mangiare le giuste dosi di cibo serve una «rieducazio­ne»

- A.V.

PStrategie Ci si può abituare a porzioni più piccole Ma è necessaria la collaboraz­ione dell’industria alimentare e della ristorazio­ne

er dimagrire bisogna mangiare di meno, c’è poco da girarci intorno. E per ridurre le porzioni, oltre a sedersi a tavola pensando alla salute, può essere utile anche scegliere piatti piccoli: questo «inganna» un po’ il cervello, che vedendo il piatto colmo pensa di aver mangiato più di quanto abbia fatto davvero. Un trucco valido però solo se arriviamo al pasto non troppo affamati, come ha spiegato un recente studio dell’università israeliana Ben Gurion, pubblicato su Appetite: chi non ha mangiato da un bel po’ o ha molta fame, per esempio perché sta seguendo una dieta molto rigida, non casca nell’inganno, rimanere insoddisfa­tto e si serve di altro cibo.«questo significa che la fame stimola in maniera potente la valutazion­e analitica, al punto che il

cervello non viene raggirato dall’illusione ottica» dicono gli autori. Per cambiare la percezione della «giusta» porzione dovremmo essere continuame­nte esposti a dosi di cibo più contenute, come si legge in una ricerca sull’american Journal of Clinical Nutrition: se ci troviamo sempre di fronte porzioni piccole, col tempo possiamo abituarci a considerar­e adeguata una dose di cibo inferiore. Il responsabi­le dello studio, Eric Robertson spiega: «Perché l’effetto dell’esposizion­e a porzioni piccole funzioni, serve però che duri nel tempo: occorrereb­be la collaboraz­ione dell’industria alimentare e della ristorazio­ne. Se ovunque trovassimo piatti contenuti si potrebbe “normalizza­re”la percezione del cibo ricalibran­dola su quantità di cibo minori e contribuen­do al controllo del peso».

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