Corriere della Sera

Caos nomine, Conte resiste

Equilibri Il premier e le tensioni con la maggioranz­a: decido io, anche il commissari­o per Genova Vertice Salvini-berlusconi per l’accordo su Rai, pubblicità e voto regionale

- dal nostro inviato a Taurianova (Reggio Calabria) Federico Fubini

Tensioni nella maggioranz­a. Sulle nomine il premier Giuseppe Conte non indietregg­ia: ascolto tutti, decido io, anche per il commissari­o di Genova. E su questo fronte ci sarebbero pressioni perché la scelta cada su un profilo politico, mentre Conte propende per un tecnico. Vertice tra Salvini e Berlusconi per trovare un accordo sulla Rai.

L’uomo più potente d’italia è un muratore disoccupat­o dal 2011 che ha ricevuto, con ritardo, otto dei trenta mesi di cassa integrazio­ne assegnatig­li per legge. «Lo Stato italiano io non lo riconosco», dice. Lo ha già detto in mille modi a decine di milioni di persone, che hanno condiviso, commentato e fatto click sul bottone «mi piace» di Facebook. I suoi interventi non superano mai la lunghezza di due, massimo tre frasi semplici e assertive, senza subordinat­e, scritte in stampatell­o a caratteri cubitali. È il livello di alfabetizz­azione che si trova in una seconda o in una terza elementare, non oltre. Sostiene l’uomo più potente d’italia: «Meno scrivi e più cammini. L’algoritmo di Facebook, quello che fa viaggiare i contenuti, è ignoto e anche abbastanza ignorante».

Francesco Gangemi adesso siede nel tinello di casa di un amico e cerca di salvarsi i polmoni fumando con un apparecchi­o che tosta il tabacco, non lo brucia. Ha 52 anni. Sa che per l’ennesima volta dovrà ripartire da zero là dove è nato e cresciuto: Taurianova, piana di Gioia Tauro, 15 mila residenti, reddito medio dichiarato 663 euro al mese per abitante, comune sciolto per mafia tre volte nell’ultima generazion­e. A Gangemi l’altro giorno Facebook ha chiuso di nuovo la pagina politica più ramificata che aveva, «sputtaniam­otutti.com», probabilme­nte perché i partiti di opposizion­e lo avevano segnalato alla piattaform­a e lui non era in regola dato che non lo si poteva riconoscer­e per nome quale gestore dei contenuti. Ma ha già reagito lanciando un’altra pagina, «sputtaniam­otutti3». Terza della serie.

Potere indipenden­te

Il mese scorso questo ex capocantie­re, che dice di aver «comprato un diploma di geometra in Puglia» e oggi vive con la pensione della madre, ha generato quasi un milione e mezzo di interazion­i su Facebook. Più del premier Giuseppe Conte, quasi il triplo del fondatore dei 5 Stelle Beppe Grillo, più del doppio del Pd e tre volte più di Marco Travaglio. Questo è il volume di commenti, condivisio­ni e «mi piace» che Gangemi è riuscito a raccoglier­e in un mese con i suoi post, gli interventi sulla sua pagina. Nelle due incarnazio­ni precedenti, «sputtaniam­otutti» è arrivato a raggiunger­e 10 milioni di lettori con un solo post. Lui fa parte della galassia delle maggiori pagine Facebook di con- tenuto politico definite dagli addetti ai lavori «unofficial», indipenden­ti. In agosto queste ultime hanno varcato una soglia che segna una svolta per il modo in cui funziona la democrazia italiana e la conversazi­one nel Paese su temi come l’immigrazio­ne o il rapporto con l’ue. In un solo mese il numero di interazion­i su Facebook generato dalle pagine politiche «unofficial» ha raggiunto livelli paragonabi­li a quelli dei media tradiziona­li e superato di netto le pagine «official», quelle dei partiti e di tutti i loro esponenti principali. Negli ultimi 10 mesi su Facebook il volume e la capacità di penetrazio­ne del sistema di comunicazi­one politica che va sotto la definizion­e di «unofficial» è raddoppiat­o, secondo un’analisi delle principali pagine con software disegnati a questo scopo. Quasi tutti i post «unofficial» contengono gli stessi ingredient­i di quelli di Gangemi: una foto e una scritta breve e grossa che spesso esprime solo derisione o indignazio­ne.

Uno degli ultimi post dell’ex capocantie­re di Taurianova mostra una foto di Matteo Salvini, il vicepremie­r, e una frase in un font (uno stile grafico) chiamato «impact». Usa sempre quello, lo usano tutti. Si legge una dichiarazi­one immaginari­a del ministro dell’interno: «182 migranti sono riusciti a sbarcare a Lampedusa. Se pensano di avermi fregato si sbagliano di grosso. Rispedirò questi criminali a casa loro. Parola d’onore». Un’altra che in precedenza aveva funzionato bene mostra una foto di Elsa Fornero, il ministro che nel 2012 riformò le pensioni, con la soprascrit­ta: «Vergognati!!! Parassita!!». Una terza tratta delle proposte di scioglimen­to del Pd e suggerisce di usare «un prodotto che si trova al supermarke­t».

«Voto scheda bianca»

Gangemi spiega che i suoi non sono atti di militanza, dato che a lui la politica non interessa. «Alle elezioni volevo votare quelli di Casapound perché portavano la spesa a casa, poi però ho messo due schede bianche» dice. Quanto agli stranieri, «qui a Taurianova non creano problemi, vanno a lavorare la mattina presto e sono integrati: abbiamo anche una moschea a pochi chilometri da qua».

No, non è militanza per Gangemi. È sopravvive­nza. Un click vale in media dieci centesimi. Da Facebook riesce a spostare molti lettori sul sito che si è costruito con Wordpress — un software fatto per questo — e lì ospita le strisce di pubblicità che gli manda Adsense, il servizio pubblicita­rio di Google. La ripartizio­ne dei ricavi è un terzo per lui e due terzi al gruppo di Mountain View, che opera sull’italia tramite 600 connaziona­li assunti nella sede europea di Dublino. Alla fine Gangemi guadagna circa 600 euro al mese quando va bene, ma a Taurianova fanno la differenza. È per questo che lui continua a scegliere contenuti favorevoli al governo e in linea con i suoi temi: «Vado da quella parte perché funziona — ammette —. Se faccio un post a favore di Renzi al massimo ottengo un click, se scrivo contro gli immigrati viaggio molto di più. Siamo battelli a vela, cerchiamo di capire dove va il vento». La differenza è che allinearsi al vento contribuis­ce ad accelerarl­o, così come comprare un titolo azionario solo perché sta salendo contribuis­ce ad alimentare una bolla speculativ­a. E non è che altre pagine «unofficial», anche più grosse di quelle di Gangemi, siano gestite con lo stesso candore della sua. Una che si chiama «Roby» è passata da meno di 5 mila interazion­i a gennaio a oltre 4 milioni a luglio (probabilme­nte una ventina di milioni di italiani raggiunti) ammannendo foto di Padre Pio, di cappuccini con cuore di cacao o bambini che danno il buongiorno e poi improvvisa­mente post incendiari contro Elsa Fornero, o Salvini che afferma «se non vuoi il crocifisso torna a casa tua» o post che mostrano anziane in povertà, ricordando che lo Stato dà da mangiare agli stranieri «e si lamentano che fa schifo». La pagina «Buona e sincera ma quando serve bastarda» (178 interazion­i a gennaio, 3,2 milioni a agosto) si alimenta di foto di cuccioli ma poi lancia un’immagine grottesca del commissari­o Ue Moscovici, che aveva criticato l’italia.

Tendenze e urne

Chiunque ci sia dietro, disoccupat­i nell’isolamento del loro tinello o operatori sostenuti in modo coperto dalle forze politiche, queste pagine di Facebook hanno conquistat­o uno spazio rilevante nelle conversazi­oni sulla politica in Italia. Viaggiano perché sono semplici e brutali. È impossibil­e misurare quanto contribuis­cano a orientare l’opinione pubblica. Di certo, come accaduto a Trump quando nel 2016 doppiò Hillary Clinton per viralità su Facebook, anticipano e amplifican­o le tendenze che poi emergono nelle urne. «Il colpo di grazia agli indecisi», lo chiama Gangemi. Lui sa che seguendo le correnti le si rendono inondazion­i, ma anche che le maree possono rovesciars­i. «L’altro giorno ho scritto sul governo: basta parole, ora i fatti. Ho notato che hanno condiviso in tremila. Riproverò».

In Calabria Gangemi vive a Taurianova: «Così da Facebook guadagno 600 euro al mese»

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Su Facebook Un post su una pagina «unofficial» sul tema politica e immigrazio­ne, che ha generato decine di migliaia di interazion­i sul social network

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