Corriere della Sera

Tremonti: da ministro discutevo in anticipo i provvedime­nti

- Giulio Tremonti

Caro Direttore, ho letto con grande interesse l’articolo di Antonio Polito pubblicato ieri sul Corriere sotto il titolo «La corsa a ostacoli del governo “salvo intese”». Nell’articolo è scritto tra l’altro: «Un tempo il ministro Tremonti divenne famoso per portare i suoi provvedime­nti in Consiglio in una cartellina vuota: si faceva approvare il titolo e poi li scriveva come voleva lui…». Al riguardo mi permetto di ricordare quanto segue: fermo — è vero — un certo grado di «decisionis­mo», questo necessario soprattutt­o per gestire la crisi finanziari­a, per il resto è sempre stata seguita la procedura tradiziona­le. Nel caso di Decreto Legge, preliminar­e comunicazi­one della bozza alla Presidenza della Repubblica. Negli altri casi pre-discussion­e dei testi in sede di pre-consiglio, organo costituito da tutti i capi degli uffici legislativ­i ministeria­li e coordinato dal Sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. È stata proprio l’applicazio­ne efficace di questa procedura che ha qualche volta portato la Presidenza del Consiglio a notare in conferenza stampa come la discussion­e fosse stata concentrat­a in un tempo molto limitato. Infine il cosiddetto «salvo intese» non è mai stato applicato all’intero corpo di un provvedime­nto legislativ­o ma solo ad alcune sue parti specifiche, spesso marginali.

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