Tremonti: da ministro discutevo in anticipo i provvedimenti
Caro Direttore, ho letto con grande interesse l’articolo di Antonio Polito pubblicato ieri sul Corriere sotto il titolo «La corsa a ostacoli del governo “salvo intese”». Nell’articolo è scritto tra l’altro: «Un tempo il ministro Tremonti divenne famoso per portare i suoi provvedimenti in Consiglio in una cartellina vuota: si faceva approvare il titolo e poi li scriveva come voleva lui…». Al riguardo mi permetto di ricordare quanto segue: fermo — è vero — un certo grado di «decisionismo», questo necessario soprattutto per gestire la crisi finanziaria, per il resto è sempre stata seguita la procedura tradizionale. Nel caso di Decreto Legge, preliminare comunicazione della bozza alla Presidenza della Repubblica. Negli altri casi pre-discussione dei testi in sede di pre-consiglio, organo costituito da tutti i capi degli uffici legislativi ministeriali e coordinato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. È stata proprio l’applicazione efficace di questa procedura che ha qualche volta portato la Presidenza del Consiglio a notare in conferenza stampa come la discussione fosse stata concentrata in un tempo molto limitato. Infine il cosiddetto «salvo intese» non è mai stato applicato all’intero corpo di un provvedimento legislativo ma solo ad alcune sue parti specifiche, spesso marginali.