Scritte omofobe e razziste nella scuola che aiuta i migranti
Milano, polemica Pd-lega. Il sindaco Sala: «Atto intollerabile». I volontari e i bambini ripuliscono
MILANO Con le scope, la vernice e le spugne, per cancellare l’odio. Quello che, sabato notte, ha mosso dei vandali che hanno imbrattato con svastiche, insulti omofobi, razzisti (e pure sgrammaticati), le pareti della Scuola di cultura popolare di via Bramantino alla periferia nord di Milano. Una struttura che accoglie migranti, studenti, scolari che hanno bisogno di sostegno allo studio.
Sono stati gli stessi volontari che operano abitualmente in quella realtà, aiutati da una decina di bambini, come riportano dall’associazione antifascista «I sentinelli di Milano», a impegnare la domenica per ripulire e rimettere in ordine, visto che la ripresa delle attività della scuola popolare è prevista per oggi stesso.
Desolante la scena che si è presentata ieri. Aule e uffici completamente a soqquadro. Sui muri scritte con vernice rossa contro gay e lesbiche e ancora simboli nazisti e un tentativo di scrivere in arabo il nome di Allah in segno di spregio, e pure un «W Salvini» che ha rinfocolato ulteriormente le polemiche. «Questo è il risultato delle politiche di ordine pubblico del ministro dell’interno Salvini, a cui, riconoscenti, questi criminali inneggiano», è stata infatti l’accusa, affidata a un post su Facebook, dell’assessore alla cultura di Milano, Filippo Del Corno. Pulizie Volontari e bambini ripuliscono le scritte sui muri
Pronta la replica del segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, che ha definito la presa di posizione di Del Corno «vergognosa e ridicola». Il politico del Carroccio parla di capoluogo lombardo come di «un grande Bronx, la capitale italiana del crimine», per colpa «delle politiche lassiste della giunta Sala, che ha fatto invadere la città da decine di migliaia di clandestini, con la complicità dei governi passati del Pd».
Il sindaco di Milano Beppe Sala, dal canto suo, ha commentato i fatti sulla sua pagina Facebook: «Attaccare una scuola che punta sull’integrazione significa voler ostacolare il futuro del nostro Paese — ha scritto —. Non possiamo più tollerare gesti come questo: da milanesi continuiamo a credere in una città aperta, solidale e democratica».
L’eco della vicenda è arrivato sino a Roma. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, ha chiesto polemicamente: «Questa è l’italia che vuole Salvini? Basta diffondere odio. Combattiamo chi taglia risorse alle periferie e aumenta le pistole nelle case».