Corriere della Sera

Kipchoge e Mayer nuovi re dell’atletica estrema

Il keniano batte a Berlino il record della maratona, il francese migliora il limite del decathlon

- Marco Bonarrigo

A 1300 chilometri e otto ore di distanza tra loro, uno scheletric­o keniano di 33 anni e 56 chili e un muscoloso francese di 26 hanno demolito ieri due tra i record più evocativi dell’atletica leggera, nelle discipline più massacrant­i del programma olimpico: maratona e decathlon. Campione a Rio 2016, capace di sfiorare le due ore in un test non omologabil­e sulla pista di F1 di Monza nel 2017, sospinto da raggi laser, pacemaker intercambi­abili e scarpe plutoniche, Eliud Kipchoge ha convinto gli organizzat­ori della maratona di Berlino a ingaggiare le dieci migliori lepri sulla piazza per attaccare le 2 ore 2’57” corse nel 2014 dal suo connaziona­le Dennis Kimetto, miglior prestazion­e mondiale su strade reali e contro avversari veri.

Soldi buttati: Eliud è partito così forte (2’43” il primo chilometro, roba da finale sui 10 mila metri) da stroncare la maggior parte dei suoi sostenitor­i nei primi chilometri e far fuori l’ultimo, Josphat Boit, a ben 17 chilometri dal traguardo. Rimasto completame­nte solo, Eliud invece di rallentare ha accelerato: dopo aver realizzato in miglior passaggio di sempre a metà gara (61’06”) ha corso la seconda metà in un fantascien­tifico 60’34” totalizzan­do 2.01’39”: è il primo uomo a rompere la barriera delle due ore e 2’.

Il segreto di Kipchoge, che si allena sugli altipiani di Eldoret, Fenomeni

I neo primatisti mondiali di maratona e decathlon: il keniano Eliud Kipchoge e il francese Kevin Mayer (Afp) nel suo Kenia, è il mix tra una velocità di base da specialist­a dei 1500 metri (pochissimi maratoneti vantano 3’33” di personale) e una resistenza costruita prevalente­mente con allenament­i sullo sterrato e in salita. Tra lui e il «muro» delle due ore l’unico ostacolo è proprio l’assenza di lepri in grado di stargli vicino almeno fino al 35° chilometro.

A Kevin Mayer, stella del decathlon francese, tutti avevano dato dello sbruffone quando, lo scorso agosto e proprio a Berlino, gettò nella spazzatura un titolo europeo che gli spettava di diritto con tre nulli nel salto in lungo. Ecco perché il transalpin­o è arrivato carico di rabbia e motivazion­i al Decastar Meeting di Talence, nel sud della Francia. La sfida ai 9045 punti di Ashton Eaton, il dio americano delle prove multiple ritiratosi dopo i Giochi di Rio, era ambiziosis­sima. Mayer si è superato il primo giorno nei 100 metri (10”55) e nel salto in lungo (7 metri e 80) ed ha costruito un capolavoro ieri valicando 5 metri e 45 nell’asta e lanciando il giavellott­o a 71,90 metri. Primo uomo a superare i 9100 punti (9126), terzo nella storia oltre i 9000, Mayer è il prototipo di un decathleta di nuova generazion­e, meno possente e pesante rispetto ai grandi del passato ma capace di prestazion­i eccellenti anche nelle discipline più tecniche come i lanci. Vista la concorrenz­a sulla piazza, entrambi i primati sembrano destinati a durare a lungo: gli unici in grado di batterli sembrano essere proprio loro, Eliud e Kevin.

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