Forzature inopportune
«Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria ma pretendo che il ministro dell’economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in difficoltà… un ministro serio li deve trovare». Un tono, quello di Luigi Di Maio, a dir poco inusitato in una compagine di governo.
Restano le parole pesanti. Il «pretendere» che risulterebbe stonato anche da parte di un capo politico. Sebbene sia indice di una fase politica e storica del nostro Paese nella quale sembra si sia persa la capacità di una dialettica per quanto dura ma perlomeno rispettosa dei ruoli. Sicuramente forte quando si ricopre la carica di vicepremier.
Vorremmo sbagliarci, ma quelle frasi suonano come una messa in discussione di fatto del ministro al quale è ancorata la nostra affidabilità interna e internazionale. Sarebbe bene ricordare che in queste settimane con le sue dichiarazioni (poche) e il suo comportamento (soprattutto), Tria è riuscito a invertire la pericolosa tendenza al rialzo dello spread. Spread che tutti noi paghiamo sotto forma di maggiori interessi sul debito pubblico.
Ci si aspetterebbero dal ministro dello Sviluppo economico e vicepremier indicazioni e linee guida sulla crescita dell’italia, programmi tesi all’espansione dell’economia, non un semplice «batter cassa» che ricorda l’assalto alla diligenza della prima Repubblica. Troppo facile appellarsi alle difficoltà degli italiani. I cittadini le conoscono molto bene perché le vivono; ma attendono soluzioni, non semplici parole.
Soluzioni durature che non possono fare a pugni con la realtà. Quella realtà che il ministro Tria in questi mesi ha teso ad affermare in ogni occasione e ancora ieri, quando ha indicato di «lavorare per progettare una crescita sostenibile». Richiamando ancora una volta la necessità di riavviare gli investimenti pubblici, di ridurre le tasse, ma senza mettere a rischio i conti. Una dimostrazione di competenza e responsabilità che si vorrebbe molto più diffusa. E che non può essere rimpiazzata da un’alzata di volume. daniele_manca