Innocenti evasioni
Epoi dicono che gli evasori sono evasivi. L’altro ieri un esponente particolarmente disinibito della categoria ha scritto all’esperto tributario di un quotidiano economico per chiedere lumi sulla questione che lo turba: «Ho istallato nel mio negozio un registratore di cassa dotato di un programma (occulto) che registra automaticamente i corrispettivi in misura inferiore a quella reale. Vorrei sapere, qualora nel corso di una verifica fiscale il programma venisse scoperto, quali potrebbero essere le conseguenze di natura penale».
Non solo l’esimio connazionale non prova imbarazzo nel raccontare a un giornale di avere adottato un sistema ingegnoso per frodare il fisco. Ma non è neanche troppo convinto che si tratti di un rea- to punibile con severità, al punto da rivolgersi a un tecnico per averne conferma. Siamo di fronte a un uomo tutto di un prezzo (taroccato), che truffa lo Stato con la convinzione assoluta di non farne parte. Non sappiamo niente di lui, a parte le iniziali R.F., che escludo significhino Rilascio Fattura. Ma di sicuro non gli ha mai attraversato la mente, nemmeno negli incubi, l’idea bizzarra che le pensioni defornerizzate, l’agognata flat tax e il reddito di cittadinanza (che magari invocherà per qualche parente disoccupato) si finanzino anche con i soldi da lui sottratti alla comunità. Dopo che l’esperto del giornale gli ha inopinatamente rivelato che ritoccare al ribasso gli scontrini è reato, non si darà per vinto. Chiederà un secondo parere alla Corte dei conti.