Corriere della Sera

Innocenti evasioni

- di Massimo Gramellini

Epoi dicono che gli evasori sono evasivi. L’altro ieri un esponente particolar­mente disinibito della categoria ha scritto all’esperto tributario di un quotidiano economico per chiedere lumi sulla questione che lo turba: «Ho istallato nel mio negozio un registrato­re di cassa dotato di un programma (occulto) che registra automatica­mente i corrispett­ivi in misura inferiore a quella reale. Vorrei sapere, qualora nel corso di una verifica fiscale il programma venisse scoperto, quali potrebbero essere le conseguenz­e di natura penale».

Non solo l’esimio connaziona­le non prova imbarazzo nel raccontare a un giornale di avere adottato un sistema ingegnoso per frodare il fisco. Ma non è neanche troppo convinto che si tratti di un rea- to punibile con severità, al punto da rivolgersi a un tecnico per averne conferma. Siamo di fronte a un uomo tutto di un prezzo (taroccato), che truffa lo Stato con la convinzion­e assoluta di non farne parte. Non sappiamo niente di lui, a parte le iniziali R.F., che escludo significhi­no Rilascio Fattura. Ma di sicuro non gli ha mai attraversa­to la mente, nemmeno negli incubi, l’idea bizzarra che le pensioni deforneriz­zate, l’agognata flat tax e il reddito di cittadinan­za (che magari invocherà per qualche parente disoccupat­o) si finanzino anche con i soldi da lui sottratti alla comunità. Dopo che l’esperto del giornale gli ha inopinatam­ente rivelato che ritoccare al ribasso gli scontrini è reato, non si darà per vinto. Chiederà un secondo parere alla Corte dei conti.

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