Effetto Champions: l’inter si sblocca
L’inter rimonta il Tottenham Icardi si sblocca e segna il pareggio Nel recupero gol partita di Vecino
MILANO Succede tutto alla fine. L’inter riemerge dal niente di una partita quasi volata via e di una Champions ritrovata dopo sei anni e già compromessa. Il Tottenham, più esperto e abituato a certi palcoscenici, si prepara a espugnare San Siro e i 65 mila interisti che palpitano dentro lo stadio sono pronti a rovesciare la livida rabbia per la seconda sconfitta consecutiva dopo quella con il Parma. E invece gli ultimi otto minuti, recupero compreso, disegnano un altro scenario, impensabile e meraviglioso, in cui c’è tutto il bello del calcio e la follia di una squadra mai uguale a se stessa.
C’è tutta l’inter in questa vittoria pazzesca. La sua storia e il suo dna. Icardi, sino a quel momento avulso dal gioco, forse il peggiore in campo, riavvolge il nastro e incendia lo stadio con un destro al volo dal limite dell’area. Una prodezza. È il suo primo gol della stagione nella sua prima partita in Champions. È soprattutto la scintilla che aspettava Spalletti. Da quel momento niente è come prima. Vecino diventa un gigante e dopo aver avviato l’azione del pari (il cross assist è di Asamoah) va a saltare di testa e a prendersi i tre punti. L’uruguaiano è l’uomo del destino. A Roma contro la Lazio, quattro mesi fa, proprio alla fine e sempre di testa, aveva riportato l’europa a Milano. Ora consegna all’inter la possibilità di giocarsela sino alla fine in questo girone della morte con il Barcellona.
Certo è difficile togliersi dalla mente quel che era accaduto prima. Sino al momento del meraviglioso destro di Maurito, la squadra di Spalletti è stata buona volontà e poco altro: la difesa a quattro sbandava, il centrocampo sembrava povero di idee e l’attacco non esisteva. All’attivo un tiro nello specchio della porta, un innocuo colpo di testa di Perisic. Anche i singoli avevano tradito: proprio il croato era stato sostituito per disperazione dopo un’ora di niente se non un paio di accelerazioni agli inizi. E Nainggolan è sembrato la pallida copia del campione che spesso negli anni scorsi si era caricato la Roma sulle spalle. Così, risalire la china e invertire l’inerzia della partita sembrava impossibile.
Il Tottenham aveva controllato nel primo tempo e colpito nel secondo. Kane, uno dei migliori centravanti del mondo, esce sconfitto dal confronto con Icardi ma anche da quello con se stesso. Prima dell’intervallo si era mangiato un gol, perdendo il tempo dopo aver saltato Handanovic. Per fortuna di Pochettino ci aveva pensato Eriksen, uomo ovunque, ala, trequartista, ispiratore e cecchino (con la complicità di Miranda), a sistemare le cose. I bianchi di Londra, dopo aver sbloccato il risultato, hanno avuto la possibilità di blindarlo. E qui Spalletti, prima di ringraziare Icardi e Vecino, deve fare un monumento a Handanovic, provvidenziale quando l’inter era ancora in apnea. Il portiere è stato decisivo due volte tra il 17’ e il 26’ su Lamela, una nostra vecchia conoscenza.
Poi gli otto minuti che sconvolgono gli inglesi, lo stadio, il mondo interista. E riaggiustano la classifica del girone: Inter e Barcellona già in fuga. Ora tocca al Tottenham fare qualcosa di straordinario. La qualificazione per Spalletti non è un’utopia. Certo non deve dimenticare gli 80 minuti di sofferenza. Ma forse, da sabato a Genova contro la Sampdoria, nascerà la nuova Inter, quella che nei piani doveva essere l’anti Juve e che invece è già a 8 punti. Ma con una squadra così folle, niente è impossibile.