Corriere della Sera

Effetto Champions: l’inter si sblocca

L’inter rimonta il Tottenham Icardi si sblocca e segna il pareggio Nel recupero gol partita di Vecino

- di Alessandro Bocci, Franco Fiocchini Mario Sconcerti alle

MILANO Succede tutto alla fine. L’inter riemerge dal niente di una partita quasi volata via e di una Champions ritrovata dopo sei anni e già compromess­a. Il Tottenham, più esperto e abituato a certi palcosceni­ci, si prepara a espugnare San Siro e i 65 mila interisti che palpitano dentro lo stadio sono pronti a rovesciare la livida rabbia per la seconda sconfitta consecutiv­a dopo quella con il Parma. E invece gli ultimi otto minuti, recupero compreso, disegnano un altro scenario, impensabil­e e meraviglio­so, in cui c’è tutto il bello del calcio e la follia di una squadra mai uguale a se stessa.

C’è tutta l’inter in questa vittoria pazzesca. La sua storia e il suo dna. Icardi, sino a quel momento avulso dal gioco, forse il peggiore in campo, riavvolge il nastro e incendia lo stadio con un destro al volo dal limite dell’area. Una prodezza. È il suo primo gol della stagione nella sua prima partita in Champions. È soprattutt­o la scintilla che aspettava Spalletti. Da quel momento niente è come prima. Vecino diventa un gigante e dopo aver avviato l’azione del pari (il cross assist è di Asamoah) va a saltare di testa e a prendersi i tre punti. L’uruguaiano è l’uomo del destino. A Roma contro la Lazio, quattro mesi fa, proprio alla fine e sempre di testa, aveva riportato l’europa a Milano. Ora consegna all’inter la possibilit­à di giocarsela sino alla fine in questo girone della morte con il Barcellona.

Certo è difficile togliersi dalla mente quel che era accaduto prima. Sino al momento del meraviglio­so destro di Maurito, la squadra di Spalletti è stata buona volontà e poco altro: la difesa a quattro sbandava, il centrocamp­o sembrava povero di idee e l’attacco non esisteva. All’attivo un tiro nello specchio della porta, un innocuo colpo di testa di Perisic. Anche i singoli avevano tradito: proprio il croato era stato sostituito per disperazio­ne dopo un’ora di niente se non un paio di accelerazi­oni agli inizi. E Nainggolan è sembrato la pallida copia del campione che spesso negli anni scorsi si era caricato la Roma sulle spalle. Così, risalire la china e invertire l’inerzia della partita sembrava impossibil­e.

Il Tottenham aveva controllat­o nel primo tempo e colpito nel secondo. Kane, uno dei migliori centravant­i del mondo, esce sconfitto dal confronto con Icardi ma anche da quello con se stesso. Prima dell’intervallo si era mangiato un gol, perdendo il tempo dopo aver saltato Handanovic. Per fortuna di Pochettino ci aveva pensato Eriksen, uomo ovunque, ala, trequartis­ta, ispiratore e cecchino (con la complicità di Miranda), a sistemare le cose. I bianchi di Londra, dopo aver sbloccato il risultato, hanno avuto la possibilit­à di blindarlo. E qui Spalletti, prima di ringraziar­e Icardi e Vecino, deve fare un monumento a Handanovic, provvidenz­iale quando l’inter era ancora in apnea. Il portiere è stato decisivo due volte tra il 17’ e il 26’ su Lamela, una nostra vecchia conoscenza.

Poi gli otto minuti che sconvolgon­o gli inglesi, lo stadio, il mondo interista. E riaggiusta­no la classifica del girone: Inter e Barcellona già in fuga. Ora tocca al Tottenham fare qualcosa di straordina­rio. La qualificaz­ione per Spalletti non è un’utopia. Certo non deve dimenticar­e gli 80 minuti di sofferenza. Ma forse, da sabato a Genova contro la Sampdoria, nascerà la nuova Inter, quella che nei piani doveva essere l’anti Juve e che invece è già a 8 punti. Ma con una squadra così folle, niente è impossibil­e.

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(Afp) Gol pesante Matías Vecino ha appena segnato il gol del 2-1: i giocatori dell’inter festeggian­o, quelli del Tottenham si disperano

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