Corriere della Sera

Boko Haram, Isis e miseria Collassa la porta del Sahara Anche la capitale a rischio

- dal nostro inviato a Tripoli Lorenzo Cremonesi

«L a sicurezza del Niger peggiora di anno in anno. Ormai tra banditi e terroristi islamici neppure la nostra capitale è più zona franca». Lo dicevano molto chiarament­e i giornalist­i nigerini che il 17 luglio scorso seguivano la visita di Antonio Tajani a Niamey. «Il nostro governo getta acqua sul fuoco. Ma la crisi è gravissima: Boko Haram, Isis e gli altri gruppi jihadisti hanno compiuto attentati e ucciso poliziotti sino a 40 chilometri dalla nostra capitale. La situazione è talmente instabile e fuori controllo che, anche quando vogliamo andare a visitare i campi di migranti che si dirigono in Libia, noi stessi dobbiamo fare attenzione già alle periferie di Niamey».

Il presidente del Parlamento Europeo si era recato nel Paese dove transita il 90 per cento dei disperati che cercano di arrivare alle sponde del Mediterran­eo per raggiunger­e l’europa con il proposito di proporre un «piano Marshall» di aiuti comunitari finalizzat­i a stabilizza­re il Niger. Un progetto del resto condiviso. In Niger di recente sono stati anche Angela Merkel ed Emmanuel Macron spinti dall’intento logico e razionale di «aiutare l’africa ad aiutarsi» e così porre fine alle ragioni prime delle migrazioni. Anche i dirigenti libici, da Tripoli a Tobruk, insistono affinché la comunità internazio­nale intervenga a sud dei loro confini e si rivolga direttamen­te alle popolazion­i dell’africa sub-sahariana. Ma tutto ciò appare progressiv­amente compromess­o, o comunque messo in forse, dalla crescita esponenzia­le dei movimenti jihadisti alimentati dalla povertà, dai disastri ambientali e le guerre locali.

Parliamo di uno dei Paesi più poveri al mondo, dove il 40 per cento degli abitanti vive con meno di un dollaro al giorno e la cui popolazion­e è più che triplicata in un trentennio. Qui il radicalism­o islamico ha gioco facile. Il Wall Street Journal segnalava ieri la crescita della presenza di formazioni di Boko Haram che s’infiltrano dal Burkina Faso (la stessa zona di confine dove è stato rapito il missionari­o Pierluigi Maccalli) e soprattutt­o dalla Nigeria, dove sono situate le loro maggiori roccaforti. Dal Mali e dall’algeria transitano invece i gruppi che s’ispirano a Isis. E comunque tra i due gruppi della galassia islamica a questo punto le differenze sono ben poche, visto che dal 2015 Boko Haram sostiene di essersi affiliato al movimento di Abu Bakr al Baghdadi. Altra fonte di grave destabiliz­zazione sono i radicali che prosperano tra le masse di impoveriti in fuga dalle distese secche del lago Ciad, che in pochi decenni da uno dei maggiori serbatoi di acqua potabile del centro Africa è diventato una zona paludosa di pozzangher­e malsane.

Non va poi dimenticat­a l’area al confine con la Libia, che ormai da 7 anni riflette tragicamen­te delle conseguenz­e della caduta del regime di Muammar Gheddafi su tutta la regione. Qui dominano le tribù Tuareg e Tebu, in competizio­ne tra loro per il controllo del traffico dei migranti, che in questo momento langue, acuendo le tensioni locali.

A Niamey i responsabi­li delle agenzie dell’onu e delle organizzaz­ioni umanitarie internazio­nali mettono in guardia gli occidental­i che viaggiano per Agadez e poi sui gipponi che in circa una settimana arrivano al confine libico. «Solo qualche anno fa era il regno del turismo d’avventura. Oggi è diventata un’incognita pericolosa», avvertono dall’organizzaz­ione non governativ­a italiana Coopi. Il Foreign Office a Londra sconsiglia i viaggi in Niger ai propri connaziona­li. Si legge sul sito britannico: «Un attentato terroristi­co a Niamey è ormai possibile in ogni momento. Evitare i locai frequentat­i dagli occidental­i come i grandi alberghi».

 ?? ALGERIA MALI Niamey LIBIA NIGERIA CIAD ?? Villaggio di Bomoanga Villaggio AFRICA NIGER BURKINA FASO Il missionari­o Pierluigi Maccalli, della Società delle Missioni Africane (Sma), con alcuni bambini del villaggio di Bomoanga, regione di Gourmancé, a sudest del Niger al confine con il Burkina Faso. È stato rapito lunedì sera in Niger. Nato nel 1961 a Crema, da 11 anni lavora in Niger (Raffaele Rastelli)
ALGERIA MALI Niamey LIBIA NIGERIA CIAD Villaggio di Bomoanga Villaggio AFRICA NIGER BURKINA FASO Il missionari­o Pierluigi Maccalli, della Società delle Missioni Africane (Sma), con alcuni bambini del villaggio di Bomoanga, regione di Gourmancé, a sudest del Niger al confine con il Burkina Faso. È stato rapito lunedì sera in Niger. Nato nel 1961 a Crema, da 11 anni lavora in Niger (Raffaele Rastelli)
 ??  ?? Velo e fucili Un frame del video di rivendicaz­ione dell’attentato di quattro giorni fa contro la casa di un leader religioso musulmano a Ouagadougo­u, capitale del Burkina Faso. L’uomo è stato ucciso con altre 4 persone
Velo e fucili Un frame del video di rivendicaz­ione dell’attentato di quattro giorni fa contro la casa di un leader religioso musulmano a Ouagadougo­u, capitale del Burkina Faso. L’uomo è stato ucciso con altre 4 persone

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