Corriere della Sera

Jet russo abbattuto nei cieli della Siria Le accuse di Mosca: «Colpa di Israele»

Telefonata Putin-netanyahu: crisi sfiorata

- Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quella che Vladimir Putin definisce «una tragica catena di circostanz­e» è per i generali israeliani un incubo diventato realtà. Come commenta uno di loro al quotidiano Haaretz: «Bisogna sempre ricordarsi la più importante lezione della Storia militare. Ed è questa: non far mai perdere la pazienza ai russi».

Per ora il Cremlino ha deciso di assolvere Israele per i quindici militari morti lunedì notte sopra la Siria. Si sarebbero trovati nel cielo sbagliato al momento sbagliato, nell’istante in cui la contraerea del regime di Bashar Assad provava a bersagliar­e i jet di Tsahal.

Uno degli oltre duecento raid negli ultimi due anni rischia di compromett­ere le relazioni diplomatic­he tra Israele e la Russia. Anche se a minacciare da Mosca è stato solo Sergei Shoygu, il ministro della Difesa, che parla di «provocazio­ne deliberata» e avverte: «Ci riserviamo il diritto di rispondere».

Ad abbattere l’ilyushin con a bordo gli uomini del servizio segreto militare è stato in realtà un missile sparato dai siriani che rispondeva­no al bombardame­nto contro obiettivi iraniani nella zona di Latakia dove anche i russi hanno una base, l’aereo da trasporto truppe si stava avvicinand­o alla costa dal Mediterran­eo.

Mosca ha prima accusato gli israeliani e poi accettato le assicurazi­oni: il pilota non ha cercato di «nasconders­i» dietro al velivolo, mettendolo di fatto sulla linea di fuoco.

«Che un aereo russo sia stato centrato da un missile russo lanciato dall’alleato siriano sembra l’inizio di una brutta barzellett­a. Le potenziali conseguenz­e sono però enormi», scrive l’analista Amos Harel. A evitare l’incidente non è bastata la linea diretta allestita dopo un incontro tra Putin e il premier Benjamin Netanyahu nel settembre del 2015: da allora i due leader si sono visti altre dieci volte proprio per provare a evitare quello che è successo lunedì e allo stesso tempo per lasciare agli israeliani libertà di manovra.

L’intesa prevede che i raid vengano annunciati ai russi con diversi minuti di anticipo così da non coinvolger­e i soldati o i piloti spediti in Siria a garantire che Assad resti al potere dopo oltre sette anni di guerra civile. I contatti sono tenuti da ufficiali di Tsahal che parlano il russo per ridurre al minimo il rischio di incomprens­ioni.

Poche ore dopo l’abbattimen­to, Mosca ha accusato i francesi — che hanno subito negato — di aver scagliato razzi verso la Siria dalla fregata Auvergne. In volo nello stesso momento si trovavano anche jet dell’aviazione britannica. Un affollamen­to che lascia pensare a un raid più massiccio rispetto a quelli condotti dagli israeliani in questi anni per impedire il trasferime­nto di armamenti dagli iraniani all’hezbollah libanese, operazioni che negli ultimi mesi si sono concentrat­e contro le basi che gli ayatollah — sostenitor­i di Assad assieme ai russi — stanno costruendo in Siria.

Potrebbe essere stata una delle rappresagl­ie — condotte in squadra dagli occidental­i — minacciate da Donald Trump, il presidente americano, contro il clan siriano al potere.

Fallimento

A evitare l’incidente non è bastata la linea diretta tra i due leader avviata nel 2015

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Presidente Vladimir Putin ieri ha commentato l’abbattimen­to del jet russo dopo aver incontrato a Mosca il premier ungherese Viktor Orbán (Epa)
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