Jet russo abbattuto nei cieli della Siria Le accuse di Mosca: «Colpa di Israele»
Telefonata Putin-netanyahu: crisi sfiorata
Quella che Vladimir Putin definisce «una tragica catena di circostanze» è per i generali israeliani un incubo diventato realtà. Come commenta uno di loro al quotidiano Haaretz: «Bisogna sempre ricordarsi la più importante lezione della Storia militare. Ed è questa: non far mai perdere la pazienza ai russi».
Per ora il Cremlino ha deciso di assolvere Israele per i quindici militari morti lunedì notte sopra la Siria. Si sarebbero trovati nel cielo sbagliato al momento sbagliato, nell’istante in cui la contraerea del regime di Bashar Assad provava a bersagliare i jet di Tsahal.
Uno degli oltre duecento raid negli ultimi due anni rischia di compromettere le relazioni diplomatiche tra Israele e la Russia. Anche se a minacciare da Mosca è stato solo Sergei Shoygu, il ministro della Difesa, che parla di «provocazione deliberata» e avverte: «Ci riserviamo il diritto di rispondere».
Ad abbattere l’ilyushin con a bordo gli uomini del servizio segreto militare è stato in realtà un missile sparato dai siriani che rispondevano al bombardamento contro obiettivi iraniani nella zona di Latakia dove anche i russi hanno una base, l’aereo da trasporto truppe si stava avvicinando alla costa dal Mediterraneo.
Mosca ha prima accusato gli israeliani e poi accettato le assicurazioni: il pilota non ha cercato di «nascondersi» dietro al velivolo, mettendolo di fatto sulla linea di fuoco.
«Che un aereo russo sia stato centrato da un missile russo lanciato dall’alleato siriano sembra l’inizio di una brutta barzelletta. Le potenziali conseguenze sono però enormi», scrive l’analista Amos Harel. A evitare l’incidente non è bastata la linea diretta allestita dopo un incontro tra Putin e il premier Benjamin Netanyahu nel settembre del 2015: da allora i due leader si sono visti altre dieci volte proprio per provare a evitare quello che è successo lunedì e allo stesso tempo per lasciare agli israeliani libertà di manovra.
L’intesa prevede che i raid vengano annunciati ai russi con diversi minuti di anticipo così da non coinvolgere i soldati o i piloti spediti in Siria a garantire che Assad resti al potere dopo oltre sette anni di guerra civile. I contatti sono tenuti da ufficiali di Tsahal che parlano il russo per ridurre al minimo il rischio di incomprensioni.
Poche ore dopo l’abbattimento, Mosca ha accusato i francesi — che hanno subito negato — di aver scagliato razzi verso la Siria dalla fregata Auvergne. In volo nello stesso momento si trovavano anche jet dell’aviazione britannica. Un affollamento che lascia pensare a un raid più massiccio rispetto a quelli condotti dagli israeliani in questi anni per impedire il trasferimento di armamenti dagli iraniani all’hezbollah libanese, operazioni che negli ultimi mesi si sono concentrate contro le basi che gli ayatollah — sostenitori di Assad assieme ai russi — stanno costruendo in Siria.
Potrebbe essere stata una delle rappresaglie — condotte in squadra dagli occidentali — minacciate da Donald Trump, il presidente americano, contro il clan siriano al potere.
Fallimento
A evitare l’incidente non è bastata la linea diretta tra i due leader avviata nel 2015