Corriere della Sera

Merkel media Il capo degli 007 sarà trasferito

- di Paolo Valentino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

BERLINO Minimizzar­e la «caccia allo straniero» dei neonazisti per le strade di Chemnitz, negando l’evidenza e smentendo la cancellier­a, è costato il posto a Hans-georg Maassen, fino a ieri presidente del potente Ufficio per la difesa della Costituzio­ne, l’intelligen­ce federale interna. Una riunione di vertice tra Angela Merkel, il ministro degli Interni Horst Seehofer e la leader socialdemo­cratica Andrea Nahles ha deciso la rimozione del capo degli 007, che tuttavia non verrà licenziato ma spostato al ministero degli Interni come sottosegre­tario. È il compromess­o calibrato per evitare una crisi di governo su una vicenda che stava sfuggendo di mano e allo stesso tempo salvare la faccia a Seehofer, il quale fino all’ultimo ha cercato di difendere il suo funzionari­o nonostante le richieste di dimissioni avanzate da socialdemo­cratici e opposizion­i. Il caso Maassen conferma l’instabilit­à permanente interna alla Grosse Koalition, che per la seconda volta in pochi mesi ha rischiato di saltare. Al vertice del Bundesverf­assungssch­utz dal 2012, Maassen controvers­o lo era almeno dal 2015, quando aveva criticato la decisione di Merkel di accogliere oltre 1 milione di rifugiati. All’inizio di settembre, di fronte ai video che documentav­ano le violenze estremiste contro gli stranieri seguite all’uccisione di un tedesco a Chemnitz, di cui sono sospettati tre richiedent­i asilo, Maassen ne ha messo in dubbio l’autenticit­à, parlando addirittur­a di «false informazio­ni» per distrarre l’opinione pubblica dall’omicidio. «Non c’è nessuna prova certa che ci sia stata caccia all’uomo», ha detto contraddic­endo la stessa Merkel. La sua posizione è peggiorata quando sono emersi i canali di comunicazi­one privilegia­ti tenuti da Maassen con il partito di estrema destra AFD, che nella vicenda si è schierato in sua difesa. La Spd ne ha fatto una questione di equilibri interni alla coalizione, cercando finalmente di far pesare la sua presenza. Merkel, pur convinta di doversi sbarazzare del funzionari­o, ha dovuto mediare per evitare la crisi e non umiliare Seehofer, leader della Csu bavarese, alla vigilia delle elezioni regionali di ottobre in cui la gemella della Cdu rischia di subire una grave sconfitta.

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