La spinta sul marchio non sui volumi
MARANELLO Costruire sempre una macchina in meno rispetto alle richieste di mercato. La vecchia legge di Enzo Ferrari vale sempre, ancora di più con il nuovo piano industriale. La strada per il raddoppio degli utili (1,8-2 miliardi nel 2022, numeri da maison dell’extralusso) va percorsa senza strappi. Il nuovo corso Elkann-camilleri ha ponderato i rischi di un’eccesiva espansione del marchio e piuttosto che insistere sui volumi (9 mila a fine anno, nessuna indicazione per i prossimi) ragiona in valori. Il progetto «Icona» è una sintesi più efficace di questa filosofia: supercar ad elevatissima redditività, giocattoli per le collezioni degli ultraricchi. Come la nuova «barchetta» Monza, prezzo fra 1,5 e 2 milioni e tiratura sotto i 500 esemplari. Operazioni del genere avranno un peso sempre crescente nei bilanci. E dovrebbero consentire di arrivare attrezzati al superamento della soglia delle 10 mila immatricolazioni, oltre cui scattano norme anti-inquinamento più severe e quindi costi più alti. Dal «Suvnon-suv», il «Purosangue», rimandato di due anni, ai nuovi motori di piccola cilindrata V6 (derivati dalla F1) il Cavallino prepara il salto con qualche deviazione rispetto alla rotta tracciata da Sergio Marchionne. Ma il traguardo finale non è cambiato: restare fedeli alla propria storia.