Addio a Renzo Guidieri per mezzo secolo protagonista dell’editoria
vistati neanche uno praticava l’esorcismo, dal che Chaput dedusse che «la credenza nella possessione demoniaca» era «sul punto di scomparire».
Ma, sostiene Young, alcuni cattolici tradizionalisti sospettosi o sprezzanti verso il Vaticano II continuarono — proprio come reazione al programma del Concilio — a porre un forte accento sulle presunte «congiure sataniche». A guidare la riscossa degli esorcisti fu il gesuita tedesco Adolf Rodewyk, che aveva iniziato ad operare a Treviri durante la Seconda guerra mondiale. Il suo libro del 1966 Possessione diabolica oggi (il Segno) — a cui avrebbe fatto seguito nel 1990 Un esorcista racconta (Dehoniane) di un altro autore, Gabriele Amorth — fu il «vangelo» del nuovo esorcismo. Ma ancor più fecero un altro libro, di William Peter Blatty uscito nel 1971, e un film di William Friedkin del 1973, tratto dal testo di Blatty: L’esorcista. Dopo il libro e soprattutto il film, la pratica esorcistica riprese a diffondersi. Nel 1973 la rivista «Time» riferì di Annette Hasler, una dodicenne di un piccolo villaggio svizzero, che era stata «picchiata a morte durante un esorcismo eseguito da un sacerdote e approvato dai genitori». Nel 1974 il settimanale tedesco «Der Spiegel» raccontò che a San Addio a Renzo Guidieri, amministratore delegato di Bollati Boringhieri, di cui era stato direttore editoriale fino a pochi mesi fa, oltre che protagonista del mondo dei libri da quasi cinquant’anni. Lo hanno annunciato ieri Bollati Boringhieri e Gems, il gruppo a cui la casa editrice appartiene e nel quale Guidieri ha lavorato anche in passato. «Abbiamo combattuto assieme tante battaglie, salvato aziende, posti di lavoro e libri. È stato d
Un dramma
A metà anni Settanta la giovane bavarese Anneliese Michel morì dopo mesi in cui aveva subito pratiche volte a scacciare il Maligno Francisco il gesuita Karl Parzelt aveva «esorcizzato con successo una giovane coppia e il loro bambino di due anni». Il caso più clamoroso fu però, a metà anni Settanta, quello di Anneliese Michel, una giovane bavarese — ostile al Concilio e devota di padre Pio — morta dopo mesi in cui aveva subito pratiche esorcistiche.
Asempre, fino all’ultimo, il soldato che tutti abbiamo imparato a conoscere e apprezzare. Uno sul quale si poteva mettere la mano sul fuoco», ha detto Stefano Mauri, presidente di Gems. Nato a Torino nel 1943, Guidieri entra in Utet nel 1969, dove collabora alla redazione delle Grandi Opere. Noto anche come traduttore, a lui si devono, tra l’altro, le edizioni italiane di Frammenti di un discorso amoroso e La camera chiara di
ll’epoca del processo che ne seguì i giornali tedeschi dipinsero l’episodio come «un rigurgito della cultura religiosa conservatrice propria della Baviera». Ma il caso era ben più complesso: i demoni che «possedevano» Anneliese si erano presentati come Giuda, Lucifero, Nerone, Caino e nei panni di un prete malvagio di nome Fleischmann. Soprattutto infine in quelli di Adolf Hitler. Perché Hitler? Dopo la Seconda guerra mondiale il benedettino Alois Mager aveva affermato che il dittatore era «lo strumento di Satana»; analogamente Léon Cristiani descrisse l’adesione entusiastica dei suoi connazionali al nazismo in Germania (unitamente a quella simile nei confronti del comunismo in Russia e in Cina) come una «possessione collettiva». Il caso Michel, scrive Young, fu «l’espressione di quell’esorcismo metaforico che la Germania del dopoguerra aveva operato su Hitler». La ragazza Barthes e di Mal visto mal detto di Beckett. Dal 1987 è in Tea e ne diviene direttore editoriale. Amministratore delegato di Vallardi dal 1997 al 2000, diviene direttore editoriale e ad di Utet Libreria dal 1998 al 2002. Dal 2000 è anche ad di Petrini. Nel 2003 è chiamato in Garzanti, dove è direttore generale fino al 2010. Nell’ottobre 2010 diviene ad e direttore editoriale di Bollati Boringhieri. (j. ch.)
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(che chiese di essere esorcizzata) «riceveva» regolarmente messaggi dalla Vergine Maria e si era poi trasformata in un’«indemoniata profetica» attraverso la quale i demoni «dichiaravano la loro approvazione per le innovazioni liturgiche del Vaticano II». Anneliese morì il 1° luglio 1976 probabilmente per denutrizione. I genitori e gli esorcisti furono accusati di averne provocato il decesso «per negligenza». La diocesi di Würburg non fornì alcun sostegno agli imputati, il vescovo Josef Stangl, che pure in un primo momento non aveva autorizzato la pratica, fu sospettato di complicità con gli esorcisti che avevano trattato il caso e fu a un passo da essere incriminato. Nell’intento di evitare casi analoghi, afferma Young, la Conferenza episcopale tedesca istituì nel 1979 una commissione di indagine sull’esorcismo che avrebbe dovuto riferire alla Sacra congregazione dei riti allo scopo di ispirare una futura riforma in questo campo.
Dopodiché? Non c’è ragione di ritenere — scrive Young — che il rilancio dell’esorcismo innescato alla fine del XX secolo da William Blatty nella cultura popolare e da Amorth nella Chiesa, si esaurisca a breve. Tanto più che, secondo lo stesso Young, Papa Francesco «nonostante venga identificato come un “liberale” da alcuni cattolici conservatori», si è dimostrato «un convinto sostenitore di questo rito». Il 13 giugno 2014, ricorda l’autore del libro, la Congregazione per il clero ha emesso un decreto che riconosce giuridicamente l’associazione internazionale degli esorcisti, la quale conta circa 250 membri sparsi in trenta nazioni. All’interno della Chiesa, poi, qualcuno vede nell’esorcismo «un’opportunità missionaria» e la storia, scrive Young, mostra che «è sempre stato così».
In un mondo «postmoderno», tuttavia, «le pratiche antiche vengono spesso attrezzate per l’autenticità che in esse si coglie», tant’è che ad alcuni «la “realtà della possessione” pare una questione di secondaria importanza rispetto ai potenziali benefici psicologici del rituale». In ogni caso, sottolinea Young, in Europa e in America un considerevole gruppo di preti e di laici («senza contare la probabile maggioranza dei cattolici nel resto del globo») continua a ritenere decisamente reali il diavolo e la sua attività nel mondo; per costoro l’esorcismo resta a tutti gli effetti un valido rimedio. Un tempo ci furono «minacce alla pratica esorcistica» — mutamenti religiosi, riforma liturgica, pressioni da governi e medici — che oggi sembrano essere scomparse, man mano che il rito diventa «una tra le tante opzioni disponibili sul mercato religioso».
All’interno della Chiesa cattolica, a livello globale, è in crescita l’influenza di vescovi provenienti dall’africa, dal Sudamerica e dall’asia, mentre occorre anche competere con il pentecostalismo che realizza un agguerrito proselitismo: tutto ciò rende altamente improbabile che sull’esorcismo alla fine prevalga la posizione cautamente scettica delle conferenze episcopali europee; si direbbe, conclude Young, che gli esorcisti siano qui per restare. Quantomeno per tutto il corso del pontificato di Papa Francesco.