«Miss Italia», il format televisivo e un nuovo concetto di bellezza
Dovendo parlare di un concorso di bellezza, Miss Italia 2018, è inevitabile chiedersi ancora cosa sia la bellezza. È una di quelle parole che, a furia di usarle a sproposito, si sono usurate e adesso si offrono come gusci di noce senza gheriglio? In questi anni, la bellezza è passata dall’estetica all’estetismo, dall’anima al corpo, dalla passione alla compressione («bella o bella dentro»?).
Quest’anno, la presenza di Chiara Bordi, la prima Miss con una protesi al posto della gamba sinistra, dopo essere stata vittima di un incidente in motorino, ha allargato il concetto di bellezza. Una gentile signora le ha scritto: «Fai schifo, vattene a casa e non fare pena agli italiani che ti votano xké sei storpia».
La bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale. Ma oggi, grazie alla cretineria volgare di una signora, scopriamo ancora una volta che la bellezza esiste soprattutto negli occhi di chi guarda. Il resto conta di meno (La7, lunedì, ore 21.22).
Chiara ha perso per poco, la vincitrice (proclamata all’una e mezza di notte) è stata Carlotta Maggiorana. Il direttore Andrea Salerno era seduto in prima fila e si sarà certo reso conto che il problema di Miss Italia, al di là di chi lo conduce o della composizione della giuria (Pupo a casa, no?), è il format.
O meglio: la manifestazione fatica a trovare un format televisivo in grado di unire competizione e spettacolo, sfilata delle ragazze e conduzione. Compito molto arduo per gli autori, senza il quale però il concorso rischia di perdere fascino. A volte, Francesco Facchinetti e Diletta Leotta davano l’impressione di non sapere bene cosa fare. Per fortuna, il concetto di bellezza è ritornato alla sua essenzialità, le ragazze hanno evitato di presentarsi come «solari», ma il giochino delle «fake news» si poteva anche evitare.