Corriere della Sera

Numeri & Vie della Seta Il tour cinese di Di Maio: non diremo agli italiani che abbiamo scherzato

Il feeling con Pechino: noi partner privilegia­ti

- di Guido Santevecch­i DAL NOSTRO INVIATO

Luigi Di Maio spiega di essere venuto in Cina con un piano da «Sistema Italia, per potenziare i rapporti» con la seconda economia del mondo. Però dal lontano Sichuan, Sudovest dell’impero cinese, il vicepremie­r e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro torna subito alla manovra di bilancio italiana e continua a premere sul ministro dell’economia Giovanni Tria. «L’obiettivo non è rassicurar­e i mercati, ma fare felici i cittadini migliorand­o la qualità della loro vita», dice appena gli si chiede come si possono trovare le risorse per tenere insieme flat tax, reddito di cittadinan­za e superament­o della Legge Fornero per l’età pensionabi­le. Quindi: «Un po’ di tagli e un po’ di deficit». Di Maio sostiene che «questo non è un attacco al ministro Tria e non c’è alcuno scontro», ma nella stessa frase lancia un nuovo messaggio all’uomo del Tesoro: «Un governo serio che ha fatto promesse agli elettori i fondi li trova per le coperture alla legge di bilancio; quest’anno aumenterem­o il deficit, ma senza sforare il rapporto del 3% rispetto al Pil. Il debito rientrerà l’anno dopo o tra due anni, trovando tutti i tagli necessari, perché c’è tanta roba inutile da togliere dal bilancio pubblico, senza sottrarre risorse ai servizi essenziali».

Il leader 5 Stelle ieri ha detto più volte di avere «piena fiducia in Tria e nel gioco di squadra nel governo», ma ha insistito che non si può aspettare ancora per mantenere le promesse fatte: «Non arriveremo a fine anno dicendo agli italiani che ci siamo sbagliati, perché altrimenti è meglio andare a casa». E ancora: «In questo momento storico non è ammissibil­e dire ai cittadini “abbiamo scherzato, bisogna fare un’altra manovra lacrime e sangue”». La linea del vicepremie­r è di «rimodulare il deficit» sulle aspettativ­e degli elettori «ma senza sforarlo al punto da mandare fuori giri i conti dello Stato». Di Maio è convinto che i risparmi di spesa necessari si troveranno, ma siccome ci vuole tempo, anche due o tre anni, per non ricorrere ai soliti «tagli lineari» bisogna intanto «attingere un po’ al deficit». Conclusion­e: «Dico a quelli che tifano perché non troviamo i soldi che li troveremo e i tifosi contro perderanno anche questa partita entro poche settimane».

Una partita il ministro dello Sviluppo economico è convinto di averla già vinta con questa missione a Chengdu, dove oggi partecipa all’inaugurazi­one della Fiera internazio­nale della Cina occidental­e dove l’italia è ospite d’onore. «Oggi firmiamo un memorandum strategico per investimen­ti comuni in Paesi terzi, a partire da quelli africani, un’intesa che ci fa diventare partner privilegia­to della Cina», ha detto Di Maio. L’accordo per lavorare insieme in Africa, utilizzand­o anche la Cassa Depositi e Prestiti, servirebbe anche ad arginare il flusso di disperati in fuga dal continente per motivi economici.

E poi c’è il gigantesco piano di Pechino per le nuove Vie della Seta. Si parla sempre dei porti italiani come terminale. «Entro fine anno potremmo firmare l’accordo sulla nostra partecipaz­ione», dice il vicepremie­r. Ma il governo vuole «riempire l’intesa anche con le esigenze dell’italia, anzitutto ottenere maggiori garanzie per il nostro export agroalimen­tare, ostacolato da barriere non tariffarie» (la burocrazia cinese, ndr), e poi lavorare insieme nelle infrastrut­ture lungo il percorso commercial­e.

Il pressing sul ministro «Nessuno scontro con il Tesoro ma un governo serio trova le risorse per le promesse fatte. Come? Con un po’ di tagli e un po’ di spesa»

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