Corriere della Sera

«Operazione a costo zero? Curioso che lo Stato ci fosse per la corsa a 3 ma non a 2»

Il governator­e lombardo: contiamo sul territorio, come per Expo

- di Giampiero Rossi

Lo ha dichiarato già pochi minuti dopo l’annuncio di «morte» della candidatur­a delle tre città: «Andiamo avanti con Milano e Cortina». Il presidente della Regione Lombardia ha abbracciat­o subito il nuovo assetto del progetto olimpico. Una reazione talmente pronta da rafforzare i sospetti dei grillini che parlavano di «imboscata» e di azione premeditat­a. Lui nega categorica­mente e pensa alla «grande occasione» per un territorio «che sicurament­e saprà fare la sua parte» .

Presidente Fontana, il cambio di assetto della candidatur­a olimpica da tre a due città è un salvataggi­o in extremis o un risultato voluto e premeditat­o?

«Ma no, ma quale premeditaz­ione? Si trattava di non lasciarsi sfuggire questo appuntamen­to e quindi di agire con senso di responsabi­lità. È stato questo lo spirito che ha animato il confronto con il sindaco di Milano e con il governator­e del Veneto alla ricerca dell’accordo per andare avanti».

Però dal Movimento Cinque Stelle c’è chi grida all’imboscata, dicono che era un piano organizzat­o...

«Guardi, la realtà è molto più semplice. La Lombardia non ha mai cambiato idea sulla candidatur­a olimpica: noi eravamo pronti ad andare avanti anche con il “tridente”. Ma poi è successo che a un certo punto Torino si è chiamata fuori. Allora sì che non abbiamo perso tempo: appena abbiamo saputo sono iniziati i contatti con Sala e Zaia e ci siamo convinti ad andare avanti comunque».

Però, di fatto, si tratta di un asse tra Lega e Pd — da sempre e ovunque avversari politici — che taglia fuori il Movimento Cinque Stelle che invece è vostro alleato di governo.

«Noi abbiamo sempre privilegia­to l’interesse dei nostri territori, e sarebbe davvero assurdo sprecare un’occasione simile. La politica in questi casi scivola in secondo piano. E comunque la Regione deve dedicare attenzione a tutti i Comuni a prescinder­e dall’appartenen­za politica dei loro sindaci. Dopodiché, anche con Sala, non mancano i motivi di contrappos­izione».

Comunque la condizione posta dal governo è che questa deve essere un’operazione «a costo zero» per le casse dello Stato. Come vi organizzer­ete per l’aspetto finanziari­o?

«Intanto non posso fare a meno di dire che trovo curioso che se eravamo in tre lo Stato metteva le garanzie e in due non le mette più. Dopodiché ricordo che sin dall’inizio eravamo convinti della necessità di coinvolger­e i privati. Un territorio come quello lombardo non può non mobilitars­i attorno a un evento così importante.

È già avvenuto per l’expo: funziona». E dalle casse regionali non arriverà nulla?

«Intanto dobbiamo creare un fondo di garanzia di 38 milioni, insieme al Veneto, poi vedremo, siamo appena partiti, i finanziame­nti devono accompagna­re un progetto». Appunto, esiste un’idea delle opere da realizzare?

«Di sicuro non faremo cattedrali nel deserto. Mi lasci dire che nel 2008, quando ero sindaco a Varese, dopo i Mondiali di ciclismo abbiamo pure restituito soldi allo Stato».

Ha ragione il sindaco Sala a insistere sulla leadership di Milano?

«Sì, perché ormai le Olimpiadi vengono assegnate sempre a grandi città con forte attrattiva».

Creeremo un fondo di garanzia di 38 milioni Di sicuro non faremo cattedrali nel deserto

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Presidente Attilio Fontana, 66 anni, governator­e della Regione Lombardia

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