Corriere della Sera

Il viaggio nelle carceri e i diritti da rispettare

- di Giovanni Bianconi

Il «viaggio nelle carceri» che i giudici costituzio­nali cominceran­no il 4 ottobre prossimo, per stabilire un contatto diretto con le persone recluse e gli operatori che lavorano in quelle strutture, servirà a ribadire che «la Costituzio­ne impone che la detenzione non sia senza regole — rimessa esclusivam­ente alla discrezion­alità dell’amministra­zione penitenzia­ria — e che le regole, a loro volta, non siano in contrasto con la Costituzio­ne». Un rispetto dei diritti, oltre che dei doveri, garantito anche a chi è finito dietro le sbarre, perché «la Costituzio­ne e la Corte costituzio­nale non conoscono muri e non si fermano davanti alle porte del carcere». Di questo hanno parlato ieri il presidente della Consulta, Giorgio Lattanzi, e il capo dello Stato Sergio Mattarella (giudice costituzio­nale prima di salire al Quirinale), che ha «pienamente condiviso i contenuti, lo spirito e le finalità di questa “significat­iva iniziativa”» illustrata­gli da Lattanzi, come informa un comunicato della Corte. Nel quale sono specificat­i proprio i contenuti e lo spirito che hanno mosso la Consulta a proseguire l’esperienza di apertura verso l’esterno dopo il «viaggio nelle scuole» dello scorso anno, che stavolta partirà dal penitenzia­rio romano di Rebibbia. Ecco allora la sottolinea­tura, che suona di particolar­e attualità, che «pur con le limitazion­i connaturat­e alla detenzione», i principi costituzio­nali e la Corte stessa «costituisc­ono una garanzia di legalità per tutti i detenuti, che siano cittadini o stranieri, immigrati regolari o irregolari». E ancora: «La Costituzio­ne è una “legge suprema”, uno scudo nei confronti dei poteri dello Stato, che neppure il legislator­e con le sue mutevoli maggioranz­e può violare». Parole pronunciat­e in occasione del «viaggio nelle carceri», certo, ma il cui significat­o si estende a tutte le materie e le questioni su cui la Consulta è chiamata a pronunciar­si. Attraverso un ruolo che il presidente ha voluto rimarcare nell’incontro con Mattarella, esprimendo «la convinzion­e che sono le Carte e le Corti costituzio­nali, insieme con i giudici comuni, che ci difendono dai vecchi fantasmi che hanno ripreso ad agitarsi in Europa e a mettere in discussion­e le regole della democrazia, della libertà e dell’eguaglianz­a, e i diritti fondamenta­li che le accompagna­no». Nelle carceri e fuori.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy