Corriere della Sera

«Nessun illecito Dai giudici la conferma»

- Francesca Basso

Eni prende atto «con soddisfazi­one» della decisione del Tribunale di Milano che ha assolto il gruppo petrolifer­o, l’allora amministra­tore delegato Paolo Scaroni e il manager Antonio Vella, «perché il fatto non sussiste», per la vicenda di corruzione internazio­nale negli anni tra il 2008 e il 2011 che ha coinvolto politici algerini. Scaroni, vicepresid­ente della banca d’affari Rothschild, rappresent­ante in Italia del fondo Elliot e presidente del Milan, si è detto «felice della decisione del Tribunale di Milano. Devo dire che sono sempre stato sereno e ho sempre avuto fiducia nel lavoro dei giudici. Del resto questa sentenza si pone in continuità con quella di non luogo a procedere del gup che già mi aveva assolto sulla stessa vicenda». Anche per Eni «la sentenza conferma la decisione di prosciogli­mento presa nel 2015 dal gup del Tribunale di Milano e sancisce l’estraneità della società e del management alle presunte condotte illecite oggetto del processo». Eni, spiega una nota, è «lieta che il processo abbia avvalorato gli esiti delle verifiche promosse dalla società e realizzate da soggetti terzi indipenden­ti sulle attività oggetto di giudizio, verifiche che escludevan­o già all’epoca qualsiasi coinvolgim­ento di Eni e del suo management in relazione a condotte illecite o corruttive». Scaroni ha risposto di essere «sereno» anche per la vicenda giudiziari­a che riguarda la Nigeria: «Come per l’algeria, sulla Nigeria ho la stessa serenità e tranquilli­tà. Né Eni né io abbiamo fatto qualcosa di cui preoccupar­ci». Nel 2017 la Procura di Milano ha chiesto e ottenuto l’archiviazi­one per la posizione di Eni nelle indagini per corruzione relative ad attività in Iraq e Kazakistan.

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