«Nessun illecito Dai giudici la conferma»
Eni prende atto «con soddisfazione» della decisione del Tribunale di Milano che ha assolto il gruppo petrolifero, l’allora amministratore delegato Paolo Scaroni e il manager Antonio Vella, «perché il fatto non sussiste», per la vicenda di corruzione internazionale negli anni tra il 2008 e il 2011 che ha coinvolto politici algerini. Scaroni, vicepresidente della banca d’affari Rothschild, rappresentante in Italia del fondo Elliot e presidente del Milan, si è detto «felice della decisione del Tribunale di Milano. Devo dire che sono sempre stato sereno e ho sempre avuto fiducia nel lavoro dei giudici. Del resto questa sentenza si pone in continuità con quella di non luogo a procedere del gup che già mi aveva assolto sulla stessa vicenda». Anche per Eni «la sentenza conferma la decisione di proscioglimento presa nel 2015 dal gup del Tribunale di Milano e sancisce l’estraneità della società e del management alle presunte condotte illecite oggetto del processo». Eni, spiega una nota, è «lieta che il processo abbia avvalorato gli esiti delle verifiche promosse dalla società e realizzate da soggetti terzi indipendenti sulle attività oggetto di giudizio, verifiche che escludevano già all’epoca qualsiasi coinvolgimento di Eni e del suo management in relazione a condotte illecite o corruttive». Scaroni ha risposto di essere «sereno» anche per la vicenda giudiziaria che riguarda la Nigeria: «Come per l’algeria, sulla Nigeria ho la stessa serenità e tranquillità. Né Eni né io abbiamo fatto qualcosa di cui preoccuparci». Nel 2017 la Procura di Milano ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per la posizione di Eni nelle indagini per corruzione relative ad attività in Iraq e Kazakistan.