IL NUOVO REGOLAMENTO LE POLEMICHE
Ituristi esausti, poi, calcolino bene i tragitti: muretti e scalini saran vietati alle terga. Riposino in piedi. Sia chiaro, asfissiata da un turismo di massa sempre più invadente la Serenissima ha estremo bisogno di nuove regole. Anche sul decoro che deve venir imposto con una severità sacrosanta a quei visitatori che giorno dopo giorno offendono la città e i suoi abitanti (scesi a poco più di 53 mila: un terzo rispetto a mezzo secolo fa) comportandosi come mai oserebbero fare nel cuore di Manhattan, Londra o Singapore. Donne con la «messinpiega» che fanno la pipì sulle rive tra le gondole, babbi che fan fare la popò ai bimbi in piazza San Marco, «alternativi» che si fanno il bidè accanto a fontanelle, abbuffate con piatti e scodelle e pentolini posati a terra nei campielli, tuffi dai ponti a dispetto di ogni divieto, biciclette gonfiabili stile Las Vegas, nudisti nei sotoporteghi, ovunque pattume e cortigiane finte o forse no… Insopportabile.
C’è un grafico, nel libro «Governare il turismo, organizzare la città», curato da Roberta Bartoloni, Gianni Fabbri, Franco Migliorini e Giuseppe Tattara, che dice tutto. Mostra l’«indice di pressione» turistica subita da Venezia dal 1953 al 2015. Una rasoiata diagonale, dal basso all’alto. C’è chi dirà: evviva, soldi a pioggia! In realtà, scrive l’economista Tattara che già aveva dimostrato quanto l’indotto delle Grandi Navi non fosse poi un gran guadagno per i veneziani, c’è un «evidente conflitto» tra gli interessi dei residenti che ancora vivono a Venezia e le orde turistiche fuori controllo.
Schiacciando la città sotto un indice di pressione turistica «pari a 10,34, molto superiore al 6,28 di Firenze e al 3,14 di Roma», sostiene il docente, queste alluvioni umane sono un problema che pone una domanda: vale la pena? Un «escursionista proprio» (diciamo mordi e fuggi) spende in città circa 25 euro pro capite, un «escursionista improprio» (che pernotta in prossimità della città) «circa 40 mentre è di 220 euro la spesa giornaliera di un turista pernottante». Di più: «Se i turisti pernottanti sono 1/3 degli escursionisti, la spesa in città che fa capo ai primi è circa il 70% della spesa turistica complessiva e la spesa dei visitatori giornalieri forma il restante 30%». Ma «il “consumo di suolo” delle due categorie è