«Eataly sbarca a Parigi e si allea con Slow Food»
Le sfide dell’ad Guerra: un patto per riforestare 100 ettari in Italia
Eataly vuole salvare le api italiane e scende in campo. Anzi nei campi, con «Bee the future», il progetto che verrà svelato oggi a Torino a Terra Madre Salone del Gusto dal presidente esecutivo Andrea Guerra. L’ex consigliere di Matteo Renzi intanto mette il turbo alle nuove aperture e potenzia l’integrativo per i dipendenti tenendo la barra dritta verso la quotazione. «Eataly tra 10 anni sarà identica a quella di adesso, ma in tutte le capitali del mondo».
Dottor Guerra, come chiuderà il 2018? Dove sarà? si
«Abbiamo fatto un piano a inizio anno e più o meno lo stiamo rispettando, con una crescita sostanziale del 20% a cambi costanti, anche se l’andamento delle valute penalizza l’euro. E continuiamo ad aprire locali. Abbiamo inaugurato negli ultimi 12 mesi Los Angeles e Stoccolma. A fine 2018 arriverà Las Vegas. Nel primo trimestre del 2019 invece ci sarà Parigi».
«Nel Marais, lo apriremo assieme a Galeries Lafayette. A ottobre comincia la ricerca del personale: 300 persone in tutto, almeno metà delle quali in Italia. Poi toccherà agli Emirati Arabi e a Verona».
Convenzioni sanitarie. Farinetti che pensa ad azioni ad hoc per il personale. Come evolve il vostro welfare aziendale?
«Il contratto integrativo scade a ottobre e stiamo lavorando con i sindacati per arricchirlo in due direzioni. Da una parte portando a regime una serie di unicità di Eataly; dall’altra andando ad arricchire alcune parti del nostro welfare, dai giorni di permesso paternità, agli asili nido, al tempo in più per le mamme che devono effettuare l’inserimento dei figli a scuola o alla materna. Vogliamo trovare un equilibrio con la flessibilità che ci chiede il mondo e rendere la vita più facile».
La quotazione è confermata?
«Va avanti. Bisogna far combaciare la volontà dell’azienda con l’andamento dei mercati. Nel 2019 saremo pronti e capiremo se sarà il momento giusto».
Torino, dove Eataly è nata, ha perso l’opportunità delle Olimpiadi invernali 2026. L’ennesimo colpo a una città che stenta a ripartire. Cosa sta succedendo all’ex capitale sabauda?
«È evidente che Torino ha vissuto un momento particolare con la tragedia di piazza San Carlo. È stato un momento scioccante che la città non ha ancora superato realmente: c’è paura, c’è ansia. E penso che la paura e l’ansia per il futuro siano le cose peggiori. Torino ha fondamenta pazzesche e una cultura incredibile, ma ora deve vincere il timore e riprendere il suo cammino. E non ne faccio una problematica di tipo politico, badi bene, quello è stato un evento che ha scioccato il capoluogo tutto».
«Bee the future», che presentate oggi, guarda più all’ambiente che al commercio. Cosa c’entra Eataly?
«In 3 anni vogliamo riforestare con Slow Food e l’azienda sementiera Arcoiris 100 ettari di terreni in Italia per migliorare l’habitat delle api. Lo faremo in Piemonte, in Veneto, Emilia-romagna e nel Lazio. Si tratta di un progetto intrapreso con 25 agricoltori che vogliamo portare a 100 nell’arco di tre anni. Il nostro non è un progetto commerciale, a noi sta a cuore la salute delle api e dell’ambiente in cui viviamo».
Vale ancora la pena usare contenitori come Terra Madre per raccontare progetti e raggiungere il grande pubblico oppure il mondo virtuale ruberà la scena agli eventi che muovono le persone?
«La tecnologia aiuta anche il più piccolo dei progetti e gli fa da cassa di risonanza nel mondo, ma l’importante è saperla usare bene e sapersi farsi usare da essa nel modo corretto. Nessuno però nega che ancora oggi il contatto fisico, la parola, l’esempio e le facce continuino a essere il motore del mondo».