Carige, sfida all’ultimo voto tra le liste Malacalza e Mincione
Oggi l’assemblea, verso affluenza record. La candidatura di Modiano e Innocenzi contro Fiorentino
La vigilia dell’assemblea di Banca Carige che oggi nominerà il nuovo board è stata piuttosto movimentata (circostanza che nelle vicende dell’istituto non stupisce). La giornata si è aperta con la decisione del Tribunale di Genova in merito alla richiesta presentata dal socio di riferimento Malacalza Investimenti di bloccare la lista presentata dal patto parasociale formato da Raffaele Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli perché priva dell’autorizzazione preventiva di Bce per superare il 10%. Il giudice non ha accolto il ricorso e ha preferito seguire la linea adottata da Bankitalia: sì alla lista dei pattisti fermandoli però al 9,9% e congelando la quota rimanente fino al 15,2%. Sentenza che non scioglie i nodi in vista dello scontro previsto oggi in assemblea fra la lista Malacalza (con il 27,9%) e i pattisti che stanno rastrellando sostegno fra i fondi di investimento. Attesa un’affluenza record: 70% del capitale.
Ieri a mezzanotte scadeva il termine per presentare le deleghe di voto e molti rumors genovesi hanno dato per certa la presenza di un inaspettato 2% in mano a un esercente (si dice proprietario di pizzerie) di Lodi, attivo anche a Crema. Poiché il braccio destro e consulente per le questioni bancarie di Volpi è Gianpiero Fiorani, già ceo della Popolare di Lodi, la coincidenza geografica non ha mancato di attirare l’attenzione. Dire che in vista dello scontro di oggi scorrono veleni è ancora poco. Di sicuro corrono le carte giudiziarie. È probabile che Malacalza non si fermi alla prima decisione del giudice e l’assemblea di oggi si apre sotto la minaccia di contenziosi giudiziari. Senza contare che in parallelo è aperta un’inchiesta della procura di Genova sull’operato del consiglio presieduto da Paolo Fiorentino e che quest’ultimo ha querelato per diffamazione l’ex presidente Giuseppe Tesauro.
La difficile assemblea sarà presieduta da Giulio Gallazzi che è in testa alla lista di Assogestioni, considerata nello scacchiere delle alleanze come filo-pattista. Se Assogestioni, al 2,9%, riuscirà a superare il 3-3,5% e ad aggiudicarsi un consigliere, questi dovrebbe sostenere Fiorentino. Ieri il proxy adviser Iss ha invitato i fondi a votare la lista Assogestioni e direttamente Pop12 di Mincione per i sindaci.
Alla fine, Malacalza difende con energia la sua posizione di socio di riferimento ma trova poche espressioni esplicite di sostegno mentre l’operazione messa in atto dai pattisti, anche se sterilizzata al 9,9%, sta muovendo diversi interessi. Secondo vari osservatori la partita è sul filo del rasoio con un vantaggio di Malacalza determinato dal doppio stop di Bankitalia e Tribunale (la lista dei pattisti dovrebbe fermarsi al 25%). Questo farebbe supporre un board composto da 8 membri espressi da Malacalza e 7 dai pattisti (di cui uno forse da Assogestioni): uno scenario di governance molto difficile.