Tim, da Sparkle alla gara 5G Genish all’esame del board
Domani il comitato strategico per preparare il consiglio di lunedì
Il ceo di Tim, Amos Genish, si prepara a un nuovo confronto con il consiglio del gruppo telefonico, mentre sul mercato si infittiscono le voci di una possibile uscita del manager israeliano. Lunedì è in programma una riunione del board per parlare di numeri, piani e strategie. All’ordine del giorno non c’è nulla che riguardi la «fiducia» a Genish. Una prima valutazione sull’operato del manager sarà fatta dal comitato strategico che si riunirà domani, composto dallo stesso Genish, da Fulvio Conti, presidente di Tim, Arnaud de Puyfontaine, Massimo Ferrari, Rocco Sabelli e Luigi Gubitosi: consiglieri che conoscono bene sia i numeri sia le dinamiche di consiglio.
Al board si parlerà delle frequenze per il 5G. L’asta è ancora in corso — i rilanci ieri hanno raggiunto i 3,8 miliardi — ma per lunedì dovrebbe essere terminata. Ci saranno poi i dossier Sparkle e Persidera, di cui è stata avviata la vendita. Ma si parlerà soprattutto dell’andamento del business e del piano strategico.
E’ indubbio che sui numeri Genish si gioca la fiducia. Le voci su un possibile avvicendamento si sono infittite. E con Gubitosi impegnato a tempo pieno su Alitalia, i rumors ora vanno in direzione di Alfredo Altavilla, per 14 anni braccio destro di Sergio Marchionne in Fca e consigliere Tim in quota Elliott. A prescindere da quello che potrà succedere, è fuori di dubbio che nessuno sia disposto a correre il rischio di farsi logorare da un consiglio in cui la conflittualità resta molto alta, o di uscire poco dopo in caso di ribaltone. Per nominare un nuovo ceo in Tim serve l’allineamento tra gli azionisti Vivendi, Elliott e Cdp, tutt’altro che semplice da costruire.
Un tentativo di ribaltone ad opera di Vivendi, con la richiesta di un’assemblea per la nomina di un nuovo board, resta sempre una possibilità. O anche qualcosa di più a giudicare dal ritrovato attivismo di de Puyfontaine, plenipotenziario in Italia del gruppo francese e consigliere di Tim, che dieci giorni fa si è fatto vedere con il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio al Digithon di Bisceglie. Il manager francese sta cercando ascolto per convincere il governo che Vivendi è un azionista industriale stabile. E si dice che avrebbe chiesto aiuto a Franco Bernabè — nominato da Vivendi nel board di Tim prima del «golpe» di Elliott — per via dei suoi buoni rapporti con Davide Casaleggio.
Ma si è messo in movimento anche Conti, che lunedì insieme a Genish è stato ricevuto dal premier a Palazzo Chigi, riprendendo così il dialogo istituzionale con il governo che si era interrotto a marzo.