Il Milan non crede alla favola Dudelange
Gattuso e i rossoneri in Europa League: «Non siamo venuti qui per fare una gita» La Lazio B per il piccolo Apollon Inzaghi: «Basta anche un 1-0»
Gli 8.054 posti del Josy Barthel sono volati via in due ore, per quelli del Dudelange l’esordio ai giorni di Europa League è un sogno — prima squadra del Lussemburgo ad arrivarci — e poi il Milan è sempre il Milan. La gente di qua fra l’altro ha preso malissimo che l’uefa per ragioni di sicurezza abbia levato qualche centinaio di posti. Hanno scontentato pure il capitano, un certo Schnell, lo stopper: aveva chiesto un paio di accrediti in più per i colleghi, ma niente. Di giorno lavora al Comune, impiegato. Però occhio perché la storia che sia una squadra di dopolavoristi è una mezza balla: qua il calcio è formalmente dilettantistico, quindi in teoria un mestiere ce l’hanno tutti, in pratica questi sono tutti professionisti.
Ragion per cui sono giorni che Gattuso insiste su un concetto: se pensiamo che sono scarsi, finisce male. «Sulla carta siamo più forti di loro ma i miracoli sportivi succedono, quindi dobbiamo giocare col coltello fra i denti» arringa il tecnico rossonero sotto al tendone bianco adibito a sala stampa, che fa un po’ fiera paesana, con tanto di (timido) applauso dei colleghi indigeni a fine conferenza. Prima, però, Rino si scalda quando per la quarta volta gli chiedono se conosce qualche giocatore del Dudelange: «Cosa pensate, che siamo venuti a fare una passeggiata?
La Lazio prende sul serio anche l’europa League. Lo ha dimostrato nella scorsa stagione arrivando a un passo dalle semifinali. Ma contro i ciprioti dell’apollon Limassol in campo andrà una squadra piena di riserve. Un po’ perché c’è bisogno di far riposare chi ha giocato domenica e lo rifarà fra tre giorni; un po’ perché l’avversario non sembra temibile. Così la Lazio potrebbe essere quasi tutta nuova, dal portiere fino al centravanti. E sarà curioso vedere se i biancocelesti daranno un seguito al trend di questa stagione: dopo avere avuto il migliore attacco della A, ora sono diventati i maghi dell’1-0. Inzaghi: «Se finisse così sarei contentissimo». Noi prepariamo ogni partita e rispettiamo ogni avversario».
Stasera però nell’esordio del gruppo F il suo Milan sarà parecchio diverso da come l’abbiamo visto finora. Non nel modulo, solito 4-3-3, ma sembra ormai certo che rispetto all’opaco pari di Cagliari («Stiamo esprimendo un buon calcio ma ancora non siamo costanti») Gennarino cambierà quasi tutta la squadra, a partire dal portiere: fuori Donnarumma e dentro Reina, il numero uno di coppa, e con lui con ogni probabilità vedremo finalmente all’opera dall’inizio molti dei nuovi, da Caldara a Laxalt, da Bakayoko a Castillejo. Confermati solo due dei sempre presenti, Romagnoli in difesa e Higuain in attacco. Va detto che il Pipita sarebbe rimasto a riposo, se non fosse che la caviglia di Cutrone non è ancora a posto. Invece si muoverà in un tridente inedito con Borini e Castillejo ai suoi lati. Grosse novità pure a centrocampo: Bertolacci e Bakayoko a spalleggiare José Mauri, che se la dovrà vedere con l’uomo migliore degli avversari, Sinani, trequartista mancino di discreta qualità. «Spero che il turnover ci dia benefici» l’auspicio di Gattuso, che non vuole perdere di vista la partita di domenica con l’atalanta. Insomma: Milan sperimentale ma senza alibi: dilettanti o no, qualsiasi risultato che non fosse una vittoria, e convincente, sarebbe un fallimento.