«Ma non abbiamo ancora fatto nulla»
Blengini: «Conta soltanto quello che sarà»
dilaga e abbraccia perfino eroi del recente passato, come Andrea Lucky Lucchetta, look eccentrico — ma quello l’aveva pure quando giocava — abbinato, in telecronaca, a ritornelli, rime e frasi che sono già di culto.
«Eppure non abbiamo ancora combinato nulla» dice Gianlorenzo Blengini, forse preoccupato, dopo il percorso netto fiorentino (5 vittorie e punteggio pieno, due soli set concessi), che lo streaming di consensi attorno alla sua Nazionale possa scalfire il percorso francescano da lui disegnato nel torneo iridato. Così, all’avvicinarsi delle tre partite di Milano, snodo cruciale sulla via della settimana finale di Torino, il c.t. riprende il suo «ora et labora» pallavolistico: «Dobbiamo concentrarci immediatamente su quello che sarà e non su ciò che è stato».
Eccolo, allora, «quello che sarà». Almeno nel breve periodo. Parliamo del gruppo ospitato dal Forum di Assago, uno dei quattro concentramenti della seconda fase: domani Italia-finlandia; sabato Italia-russia; domenica Italia-olanda.
Passano solo le prime classificate e le due migliori seconde, il ranking sarà stabilito dal bilancio vittorie/ sconfitte e in seconda battuta dai punteggi. L’italia, 5 vittorie e 15 punti, è la sola assieme alla Polonia ad aver fatto il pieno. L’olanda (4 vittorie e 10 punti) e la Russia (3 vittorie e 10 punti) inseguono, Fondamentale Osmany Juantorena (Lapresse) la Finlandia (2 vittorie e 6 punti) è appesa ai miracoli.
Che cosa significa? Che il margine della Nazionale è buono sul fronte dei punti, ma è ancora fragile su quello che sarà il primo criterio di valutazione. Quindi, conclude Blengini, «occorre continuare con calma e procedendo passo dopo passo. Non bisogna ragionare su come hanno giocato le avversarie, è meglio ricordare che ogni partita fa storia a sé».
L’italia edizione 2018 sembra rientrare nel solco di quella di Rio, anche perché è molto simile: una crescita costante, a cominciare dalla consapevolezza. A volte ha giocato in modo impeccabile (ad esempio contro il Belgio), in altre occasioni si è disunita. Ma ha sempre reagito ed è uscita dai guai, trovando pure risorse dalla panchina, come il Maruotti visto contro gli sloveni.
L’impressione? Auguriamoci che Osmany Juantorena regga sul piano fisico un Mondiale durissimo. Ha 33 anni e qualche acciacco (che maschera bene). La forza sta nel gruppo, l’immagine la monopolizza Zaytsev, ma se non tiene Osmany, uno che stampa schiacciate siderali in spazi minimi, sarà tutto più complicato.