Dopo Genova
GENOVA Ci vorranno almeno cinque mesi e un versamento di circa venti miliardi di euro prima di poter varare il decreto per la revoca della concessione ad Autostrade per l’italia. In attesa della nomina del commissario governativo, si delinea uno scontro giudiziario che potrebbe avere tempi lunghissimi. Perché la società respinge l’accusa di aver commesso «grave inadempimento», come viene invece contestato dal ministero delle Infrastrutture nella lettera trasmessa il 16 agosto scorso, due giorni dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. Ed è pronta a ricorrere ai giudici amministrativi per l’annullamento del provvedimento del governo. Una mossa che rischia di aprire una nuova crepa anche nell’esecutivo. Il decreto deve essere infatti firmato dai titolari delle Infrastrutture e dell’economia e dunque bisognerà vedere se il ministro Giovanni Tria sia disponibile a un esborso che potrebbe avere quasi il valore della manovra.
La prima scadenza
Questa mattina Autostrade consegnerà al commissario per l’emergenza Giovanni Toti due progetti per la demolizione e la ricostruzione del ponte e in questo modo cercherà di contrastare le mosse dell’esecutivo ribadite due sere fa dal vicepremier Luigi Di Maio intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì su La7: «Non ci siamo accaniti, ma è caduto un ponte e sono morte 43 persone, se hanno il coraggio di fare ricorso lo facciano ma noi
Oggi presenteranno a Toti il progetto di demolizione e costruzione del ponte