Higuain trascina il Milan Vince anche la Lazio
Europa League: decide ancora il Pipita, dopo una gara sofferta con i lussemburghesi
Prossimo turno 4/10 ore 18.55 MILANOLYMPIACOS
Gruppo H LAZIO APOLLON
MARSIGLIA EINTRACHT
2 1
1 2
Prossimo turno Gruppo D SPARTAK T. 1 ANDERLECHT 0 D. ZAGABRIA 4 FENERBAHCE 1
Gruppo E ARSENAL VORSKLA SPORTING QARABAG
Gruppo G
R. VIENNA SPARTAK VILLARREAL RANGERS
Gruppo I BESIKTAS SARPSBORG GENK MALMOE
Gruppo J SIVIGLIA S. LIEGI AKHISAR KRASNODAR
4 2 2 0
2 0 2 2
Gruppo K RENNES 2 JABLONEC 1 DINAMO KIEV 2 ASTANA 2
Gruppo L LUSSEMBURGO Una fatica del Diavolo, un’ora a vedere le streghe. E poi lui, ancora lui, sempre lui: Gonzalo lo scacciaincubi, Pipita l’acchiappafantasmi. Come a Cagliari, più che a Cagliari. Perché qui la figuraccia sarebbe stata peggiore. Diciamolo: epocale. Lo schiaffo di Dudelange, una cosa così. Di certo sarebbe stata una mazzata tremenda.
E invece ci ha pensato ancora Higuain a levare il Milan dai guai e a consegnargli i primi tre soffertissimi punti di un’europa Lague che si preannuncia complicata. E pensare che questa era la trasferta più agevole: a Siviglia col Betis (8 novembre) e ad Atene con l’olympiacos (13 dicembre) l’atmosfera sarà ben diversa, niente cortesie per gli ospiti, tipo lo speaker che annuncia le sostituzioni in italiano. Serve un altro Milan, così non basta. Né in Italia né in Europa.
Ma la verità è che Gattuso se l’aspettava. E aveva ragione a non fidarsi di questi sedicenti semidilettanti lussemburghesi, prima di tutto perché si tratta di una mezza balla: c’è quello che lavora in piscina, quello che al mattino fa qualche ora in ufficio, ma in
Dudelange Milan
realtà il Dudelange è a tutti gli effetti una squadra pro, l’unica della Division Nationale, la loro serie A, che ha infatti vinto tre volte a fila. Rino l’aveva detto: «Non fidiamoci, il calcio è cambiato».
I nove giocatori su undici modificati rispetto alla brutta uscita di Cagliari avevano una triplice finalità: far tirare il fiato a molti, testare gli altri e allo stesso tempo cercare di sfruttare la loro voglia di mettersi in mostra. Per tutto il primo tempo il piano non ha funzionato: Milan alla disperata ricerca di un buco per passare, Dudelange chiuso a riccio dietro due linee strette strette. Schnell, il capitano, quello che farebbe l’impiegato al Comune, s’è piazzato addosso a Higuain come una volta. Gattuso, una furia, non è stato zitto un secondo: i suoi urlacci si sentivano a duecento metri, fino agli affollati balconi non paganti delle villette a fianco dello stadio.
Il primo tempo rossonero è stato una pena, specie a centrocampo, dove Mauri non ha mai trovato un’intesa accettabile con Bertolacci e Bakayoko. Qualche palla buttata dentro da Castillejo, fischiatissimo per un’evitabile sceneggiata a inizio partita, più un paio di discrete occasioni sprecate di Higuain e Caldara. A proposito: non è onestamente giudicabile l’attesa première dell’ex atalantino, là davanti Turpel, per quanto volenteroso, non era un avversario attendibile. Buono l’impatto di Laxalt, sua la giocata migliore della serata, a inizio ripresa, per Higuain: strepitoso il portiere Frising che però al 59’ ha pasticciato sul destro secco e rabbioso (e deviato) dell’acchiappafantasmi che gli si è infilato sotto il braccio. Non perdere il numero, Diavolo: a occhio e croce ci sarà ancora bisogno di lui.