Corriere della Sera

Formigoni: «Mi sono rimasti duemila euro»

L’ex presidente della Regione Lombardia dopo la condanna a 7 anni e mezzo

- di Maurizio Giannattas­io

«Io al rogo perché ho governato bene» si difende l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni condannato a 7 anni e mezzo per il caso Maugeri. «Ho perso tutto, ho solo duemila euro».

Da 6 a sette anni e mezzo. Come ha reagito Roberto Formigoni alla nuova condanna?

«Sono rimasto costernato. Ma costernato più per l’italia che per me, perché l’italia una volta era la patria del diritto».

Che cosa contesta ai giudici?

«Mi si accusa di aver favorito la Maugeri e il San Raffaele con delle delibere di giunta e una legge. Sono tutti atti collegiali e condivisi che hanno coinvolto funzionari, l’assessore alla Sanità e i colleghi di giunta che l’hanno votata. Perché solo Formigoni?».

Forse perché Formigoni era il presidente ed era il dominus assoluto?

«Da solo non potevo far nessun atto di spesa. E poi gli atti hanno passato il vaglio di legittimit­à dell’avvocatura, del Tar, della Corte di Conti, del Consiglio di Stato. La legge sul no profit è stata votata anche dalla sinistra con la sola astensione di Prc perché è una buona legge che risponde ai bisogni della gente».

Perché non si è fatto mai interrogar­e?

«Perché ho scelto come previsto dalla legge di rendere una dichiarazi­one spontanea. In quattro ore ho risposto a tutte le accuse che mi sono state sollevate».

Ha favorito i privati.

«No. L’85 per cento di quei soldi è andata agli ospedali pubblici. Solo il 15 per cento ai privati. Inoltre, scomparso Formigoni, la Regione ha continuato a muoversi secondo il nostro modello riconoscen­dolo virtuoso ed efficiente».

Sei milioni e mezzo di «utilità» da Daccò. E tante versioni differenti sui regali. Che risponde?

«Sono andati alla ricerca dei denari facendo rogatorie in tutto il mondo, compresi i paradisi fiscali, chiedendo se ci fosse un solo euro riconducib­ile a Formigoni, Formigani, Formigni. Non hanno trovato nulla. Allora si sono inventati il concetto di utilità per cui uno scambio amicale è diventato un reato tanto più grave se l’amico è facoltoso e generoso. Daccò da 30 anni organizzav­a vacanze con gli amici e per due anni ha invitato anche me».

Viaggi e ospitalità a carico dell’amico. Le sembra normale per un rappresent­ante delle istituzion­i?

«E così mi si condanna a 7 anni e mezzo per inopportun­ità? I tribunali devono condannare per i reati commessi e non per eventuali inopportun­ità tutte da discutere. Entriamo nel merito delle utilità: 6 milioni e mezzo? Falso. Mi hanno considerat­o proprietar­io delle barche pagate 4 milioni su cui Daccò mi ha ospitato per qualche weekend e non hanno neppure creduto alla Finanza che attestava che la somma di 600mila euro sia rimasta per anni giacente nei conti di Daccò».

Lei ha cambiato spesso versione su queste utilità. Prima che restituiva i soldi, poi che tra amici non si fa.

«Le dichiarazi­oni che fanno testo sono quelle rese davanti al tribunale. Ma fin da subito ho detto che per quanto potevo restituivo a Daccò invitandol­o a casa mia o al ristorante. Se hai un amico facoltoso che per il compleanno ti regala un orologio tu rispondi con una cravatta. Così funziona tra amici».

Lo sfogo

«Mi hanno sequestrat­o l’intera pensione, non ho vitalizio. Vivo in casa con altre persone»

Confisca dei beni per 6 milioni e mezzo, la Corte dei Conti che blocca la pensione. Come vive Formigoni?

«Mi hanno sequestrat­o tutto. Sei appartamen­tini in comproprie­tà con i miei fratelli e tre utilitarie. A giugno, la Corte dei Conti mi ha sequestrat­o l’intera pensione anche se la pensione è sequestrab­ile solo per un quinto. Ho fatto ricorso. Era la mia unica fonte di sostentame­nto. Non ho il vitalizio».

Quindi come vive?

«Ho fatto le vacanze da un amico e vivo in casa con altre persone. Avevo da parte 2.000 euro per un viaggio. Li ho messi via. Mi auguro che la Corte decida in fretta».

Perché solo Formigoni?

«È stragiusto che nessun altro sia stato condannato perché non abbiamo commesso nessun reato, ma non li ho commessi neanch’io. È un processo a 20 anni di governo virtuoso della Lombardia. Mi hanno condannato al rogo e alla damnatio memoriae».

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(Foto Olycom) VacanzeQui sopra, Formigoni nell’estate del 2012, quando fu ospite sullo yacht di Pierangelo Daccò

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