La fondazione degli ex ds «sfratta» il Pd della Bolognina
BOLOGNA Manifesti accartocciati, arredi accatastati e vecchi cimeli del Pci ancora da ritrovare dopo il trasloco forzato. Incluso un busto di Lenin da 35 chili che ieri pomeriggio non era ancora riemerso. A Bologna gli ex ds «sfrattano» il Pd. Tra l’altro da una sede mica da poco: il circolo della Bolognina, quello che porta ancora fiero l’eredità della svolta occhettiana del 1989 (anche se avvenne in una sala duecento metri più in là, dove oggi c’è un parrucchiere cinese). I militanti del circolo di piazza dell’unità mercoledì avevano pensato a dei vandali, sul posto era arrivata anche la Digos. Invece è stata l’immobiliare Porta Castello controllata dalla Fondazione Duemila, la cassaforte che gestisce il patrimonio ex ds, ad avviare senza preavviso i lavori per dividere in due la sede: lo spazio più grande alla Fondazione, le salette posteriori al circolo dem. Dove due giorni fa sono stati accatastati senza preavviso decenni di memorie del partito. «È stato un disguido», assicura il presidente della Fondazione, Mauro Roda. «Sabato avevamo in programma la tombola, dovranno risarcirci anche per quella», non si placa il segretario del circolo, Mario Oliva, mentre guarda la bandiera del Pds firmata da Occhetto gettata in un angolo come fosse da buttare. I militanti prendono di mira il partito bolognese: «Ma la Federazione parla con la Fondazione, o no?». Il Pd, dal canto suo, stigmatizza come «inaccettabile» l’accaduto e si appresta a incontrare la Fondazione mercoledì. Disguidi a parte, però, deve circa un milione di euro di arretrati alla cassaforte ex ds.