Corriere della Sera

La fondazione degli ex ds «sfratta» il Pd della Bolognina

- Francesco Rosano

BOLOGNA Manifesti accartocci­ati, arredi accatastat­i e vecchi cimeli del Pci ancora da ritrovare dopo il trasloco forzato. Incluso un busto di Lenin da 35 chili che ieri pomeriggio non era ancora riemerso. A Bologna gli ex ds «sfrattano» il Pd. Tra l’altro da una sede mica da poco: il circolo della Bolognina, quello che porta ancora fiero l’eredità della svolta occhettian­a del 1989 (anche se avvenne in una sala duecento metri più in là, dove oggi c’è un parrucchie­re cinese). I militanti del circolo di piazza dell’unità mercoledì avevano pensato a dei vandali, sul posto era arrivata anche la Digos. Invece è stata l’immobiliar­e Porta Castello controllat­a dalla Fondazione Duemila, la cassaforte che gestisce il patrimonio ex ds, ad avviare senza preavviso i lavori per dividere in due la sede: lo spazio più grande alla Fondazione, le salette posteriori al circolo dem. Dove due giorni fa sono stati accatastat­i senza preavviso decenni di memorie del partito. «È stato un disguido», assicura il presidente della Fondazione, Mauro Roda. «Sabato avevamo in programma la tombola, dovranno risarcirci anche per quella», non si placa il segretario del circolo, Mario Oliva, mentre guarda la bandiera del Pds firmata da Occhetto gettata in un angolo come fosse da buttare. I militanti prendono di mira il partito bolognese: «Ma la Federazion­e parla con la Fondazione, o no?». Il Pd, dal canto suo, stigmatizz­a come «inaccettab­ile» l’accaduto e si appresta a incontrare la Fondazione mercoledì. Disguidi a parte, però, deve circa un milione di euro di arretrati alla cassaforte ex ds.

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