Corriere della Sera

Pensioni, intesa su quota 100

Salvini: sul decreto sicurezza andiamo avanti, già accolti i rilievi del Quirinale Di Maio: il reddito di cittadinan­za solo agli italiani. I dubbi dei giuristi

- Alessandro Trocino

Manovra, trovato l’accordo sulle pensioni a quota 100, il sistema che prevede 62 anni di età più 38 di contributi per lasciare il lavoro. Salvini la spunta sul decreto migranti e sicurezza, in consiglio senza modifiche. Già recepiti i rilievi del Quirinale. In cambio, la Lega rinuncia al taglio dell’irap. Di Maio ribadisce che il reddito di cittadinan­za riguarderà solo gli italiani. Pil rivisto al rialzo, più 1,6 per cento.

ROMA «Toglietevi dalla testa i numerini e pensate ai cittadini». Il ministro dell’economia Giovanni Tria naturalmen­te non può accogliere l’invito di Luigi Di Maio, ma la frase è significat­iva dello stato di tensione sui conti. Perché è proprio sui «numerini» che si giocano gli equilibri della manovra. E perché, dopo il vertice mattutino di tre ore, e una trattativa durata tutto il giorno, Matteo Salvini ottiene un decreto unico immigrazio­ne/ sicurezza (decreto Salvini), che sarà varato lunedì, dovendo però tener conto delle osservazio­ni del Colle. I 5 Stelle, dal loro canto, ancora arrancano per ottenere quei 10 miliardi necessari per il reddito di cittadinan­za, la cambiale da riscuotere per ottenere un buon risultato alle Europee. «La fumata bianca è iniziata», commenta in serata il premier Giuseppe Conte, e poi aggiunge: «Terremo i conti in ordine, non siamo scalmanati».

Dal vertice esce la conferma che si farà «quota 100» sulle pensioni (ovvero il sistema che prevede 62 anni di età più 38 di contributi per lasciare il lavoro). In cambio, la Lega rinuncia al taglio dell’irap. Ci sarà la flat tax al 15% per 1,5 milioni di piccole e medie imprese. Per le grandi aziende arriverà un taglio di 9 punti dell’ires. Ma sono tutte misure che sono allo studio del ministro Tria, che deve trovare una quadra tra i «numerini» e non ha ancora dato il placet. La Lega spiega che si realizzerà «la maggior parte» delle misure, «senza aumentare le tasse e l’iva». Sul deficit, Giancarlo Giorgetti spiega: «Non mi interessa né una virgola né un numero. Mi interessa una politica credibile. Manterremo le promesse». Secondo gli ultimi aggiorname­nti Istat, lo scorso anno il Pil ha registrato un +1,6% (contro il +1,5% stimato ad aprile). Il deficit è diminuito rispetto al 2016 ma non quanto ci si aspettasse.

Il problema riguarda soprattutt­o i 5 Stelle, che infatti sono i più nervosi. Il tentativo dell’ultima ora, targato M5S, di «tassare banchieri e petrolieri» è stato respinto dal Carroccio. Qualche risultato però sarebbe stato portato a casa. I 5 Stelle hanno chiesto che la quota 100 a 62 anni abbia il divieto di cumulo, con possibilit­à di riscatto per gli anni in cui non hai versato ma solo per la parte contributi­va (costo stimato 5 miliardi); la riforma dei centri per l’impiego da subito (costo 2 miliardi); la pensione di cittadinan­za da gennaio 2019 e il reddito di cittadinan­za da marzo (10 miliardi, non ancora tutti trovati) «solo per gli italiani», ha precisato il vicepremie­r Di Maio. E ancora 36 miliardi di investimen­ti diretti e 500 milioni per i truffati dalle banche.

Niente da fare, al momento, per le richieste M5S sul decreto immigrazio­ne. La Lega non accetta neanche una delle modifiche di cui si è parlato. E Di Maio annuncia: «Migliorere­mo il decreto in Parlamento».

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