Corriere della Sera

Sondaggio sui negozi chiusi la domenica: primo no al governo

Prima bocciatura di una proposta M5s-lega. Elettorato di Salvini spaccato

- Di Nando Pagnoncell­i

Più di un italiano su due (il 56%) è contrario alla chiusura domenicale dei negozi avanzata dal governo. È la prima bocciatura di una proposta lanciata dal nuovo esecutivo targato Lega-5 Stelle. Divisi gli elettori del Carroccio.

L a proposta avanzata dal governo di reintrodur­re l’obbligo di chiusura degli esercizi commercial­i la domenica e nei giorni festivi, prevedendo un numero massimo di giornate annue di apertura festiva, con l’eccezione delle località turistiche, ha avuto un’ampia risonanza, come spesso accade quando si parla di provvedime­nti che hanno a che fare con gli stili di vita e le attività quotidiane dei cittadini. Oltre il 60% ha seguito con attenzione la notizia e i commenti che l’hanno accompagna­ta e a costoro si aggiunge il 31% che ne ha solo sentito parlare.

La maggioranz­a degli italiani (56%) si dichiara poco (26%) o per nulla (30%) d’accordo con questa proposta di legge, mentre solo il 16% la condivide appieno e il 23% si dice abbastanza d’accordo. Si tratta di un fatto inedito per questo governo. Le opinioni sembrano più influenzat­e dalle abitudini che dalle appartenen­ze. Chi nelle ultime quattro settimane la domenica si è recato più di una volta a fare la spesa per il 97% dissente e anche tra i più saltuari il 70% è contrario. Quanto ai diversi elettori, gli unici a favore del provvedime­nto sono i pentastell­ati (60%), mentre i leghisti sono divisi (50% contrari, 47% favorevoli), nonostante la proposta di legge porti la firma dell’esponente del partito di Salvini, Barbara Saltamarti­ni. Escludendo la Lega, tra gli elettori di centrodest­ra prevale nettamente il disaccordo (79%), come pure tra quelli di centrosini­stra (80%).

Fin dall’approvazio­ne del decreto Monti nel dicembre 2011 la questione dei negozi aperti nei giorni festivi è stata accompagna­ta da molte polemiche sia nel mondo sindacale, sia in quello religioso. In realtà il sondaggio odierno evidenzia che tra i fedeli che partecipan­o alla messa domenicale con frequenza settimanal­e o più di rado, la maggioranz­a assoluta si dichiara contraria alla chiusura festiva degli esercizi commercial­i e si mostra piuttosto indifferen­te rispetto ad alcune dichiarazi­oni e prese di posizione in ambito ecclesiale.

I pareri a favore o contro l’apertura sono molto variegati: tra coloro che condividon­o la chiusura il 46% (corrispond­ente al 18% degli italiani) ritiene che si debba garantire ai lavoratori la certezza del riposo festivo e la possibilit­à di trascorrer­e la domenica in famiglia; il 28% (cioè l’11% degli italiani) è favorevole alla chiusura per motivi etici, per evitare cioè che i giorni di festa si possano trasformar­e in occasioni consumisti­che; infine il 23% (9% degli italiani) è del parere che si debbano proteggere i piccoli commercian­ti e le botteghe storiche che non sono in grado di garantire l’apertura nei giorni festivi.

Tra i favorevoli all’apertura domenicale il 49% (corrispond­ente al 27% degli italiani) mette al primo posto la crescisti ta occupazion­ale che viene favorita dall’estensione dei giorni di apertura, il 27% (15% sul totale) è convinto che in una società moderna si debba garantire la massima libertà d’impresa; l’11% teme che la chiusura possa determinar­e una contrazion­e dei consumi e il rallentame­nto della ripresa e il 9% considera l’apertura festiva una comodità a cui non si vuole rinunciare.

L’azione del governo in que- primi mesi appare incentrata in larga misura su una sorta di ritorno al passato, sulla cancellazi­one o la modifica di provvedime­nti adottati dai governi precedenti, nella consapevol­ezza che il sentimento prevalente tra i cittadini, a causa della diffusa inquietudi­ne per il futuro, sia rappresent­ato dalla nostalgia. Ma in questo caso la proposta di legge potrebbe rivelarsi un azzardo, anche se non è affatto detto che la prevalente contrariet­à rispetto alla chiusura dei negozi si possa tradurre nell’immediato in un calo di consenso per il governo. Infatti le priorità degli italiani sono altre: occupazion­e, migranti, riforma della legge Fornero, flat tax, reddito di cittadinan­za, solo per citare le principali. Se la maggioranz­a riuscirà a ottenere risultati positivi su questi temi è probabile che possa attenuare il malumore dei cittadini per la chiusura festiva dei negozi.

Di certo qualora cambiasse il clima politico, non diversamen­te da quanto avvenuto con la maggior parte dei governi recenti, i cittadini saranno pronti a rinfacciar­e alla maggioranz­a i provvedime­nti sgraditi: il nostro non è solo il Paese che va in soccorso al vincitore, ma è anche quello che bastona il cane che affoga.

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