Mirabelli: «L’assegno va dato a tutti»
ROMA «Se il reddito di cittadinanza sarà una misura assistenziale, dovrà essere dato non solo agli italiani e ai cittadini comunitari, ma anche a chi ha un permesso di lungo soggiorno».
Non ha dubbi il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli, spiegando che potrebbe dover essere esteso anche in generale a chi è residente in Italia in maniera stabile.
«Bisogna stare attenti — prosegue Mirabelli — a come si scrive la misura. Se si scrivesse che il reddito di cittadinanza si dà solo ai cittadini italiani, ci sarebbe il rischio di incostituzionalità. Gli stranieri comunitari sono assimilati ai cittadini italiani e una misura di questo tipo potrebbe essere attrattiva per i cittadini di alcuni Paesi dell’unione europea verso quello con il sistema più generoso».
I cittadini comunitari, quindi, non possono essere discriminati, così come non possono essere discriminati su questa misura le persone che hanno un permesso di lungo soggiorno, mentre bisogna capire se il sussidio dovrà essere dato anche agli altri stranieri «legittimamente presenti sul territorio».
Sulla stessa posizione anche l’altro presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, che premette: «Intanto vorrei sapere che cosa si intende per reddito di cittadinanza, di cosa stiamo parlando». Ma in ogni caso, spiega Onida, «se si tratta di un provvedimento di ordine sociale, che prevede un’assistenza sociale, non può essere limitato ai cittadini italiani, ma va esteso anche ai cittadini stranieri. Il costituzionalista Onida ricorda, poi, come su questo tema la Corte costituzionale si sia «già espressa tante volte. I giudici sono stati chiari in passato, funziona così anche sul bonus bebè, ad esempio».