Corriere della Sera

Decreto unico su sicurezza e migranti Salvini: il Colle? Fatto ciò che dovevo

La spinta del leader dopo le obiezioni del Quirinale e dell’alleato 5 Stelle

- Di Marco Cremonesi

«Tranquilli, tutti hanno tutto, tranquilli...». Matteo Salvini non dà peso all’allarme circolato in giornata, quello di una sua prova di forza con il Quirinale sul decreto che riunisce due provvedime­nti chiave del Salvini di governo: quello sulla immigrazio­ne e quello sulla sicurezza. A far deflagrare il tema, in serata, un pezzo dell’huffington Post sul fatto che il ministero dell’interno non avrebbe inviato — come invece da prassi — la bozza del documento al Colle. Il leader leghista si stupisce: «Io ho preso il caffè d’inizio giornata insieme con il premier Conte, proprio parlando di alcuni rilievi mossi dal Quirinale». E quel «tutti hanno tutto» si riferisce proprio alla bozza del decreto. Del resto, spiegano i prossimi al vicepremie­r, dal Colle non sarebbero arrivate critiche insormonta­bili o comunque particolar­mente serrate. «Al più — spiega un leghista —, durante le interlocuz­ioni che ci sono state, qualche osservazio­ne è venuta sui criteri di necessità e urgenza che rendono possibile il decreto al posto del disegno di legge. Del resto, non è un fatto particolar­mente nuovo: la stessa osservazio­ne era stata fatta anche al decreto Minniti».

Ma le osservazio­ni sarebbero state tenute così da conto, spiegano i collaborat­ori di Matteo Salvini, che «il Consiglio dei ministri per l’approvazio­ne del decreto era stato inizialmen­te fissato per giovedì scorso. E invece, proprio per mettere a punto il testo fino in fondo, è stato spostato a lunedì prossimo», dopodomani.

Resta il fatto che, fino a poche ore fa, i decreti erano due. Che cosa è accaduto? Salvini spiega che «li abbiamo unificati sempliceme­nte per far loro fare un viaggio più agile nelle commission­i. Del resto, il Parlamento sta per affrontare la legge di Bilancio, lo scopo è quello di evitarci la duplicazio­ne di tutti i passaggi. In modo da poter far partire tutti i provvedime­nti con la massima rapidità».

Va detto che il Quirinale non è l’unico ad avere espresso i suoi dubbi. Nel Movimento 5 Stelle, l’area che fa capo a Roberto Fico non gradisce alcune delle nuove norme sull’immigrazio­ne. In particolar­e, il gito di vite nettissimo sulla protezione umanitaria (rimarrà solo per questioni di salute, calamità nei Paesi di provenienz­a e meriti civili). Ma anche qui, i leghisti procedono dritti. Facendo notare che, «proprio per venire incontro ad alcuni dubbi espressi dai 5 Stelle, in gestazione del decreto una modifica c’è stata». E cioè, «tra i reati che possono far revocare il permesso di un rifugiato, nella stesura iniziale si parlava di resistenza a pubblico ufficiale. Ora si parla di violenza verso pubblico ufficiale. Come dire: se uno si limita a sedersi per terra, non incorre nel nuovo decreto».

E così Salvini ora si sente la coscienza assolutame­nte a posto: «Abbiamo fatto tutti i passaggi, politici e formali. Lunedì, il decreto andrà fieramente in Consiglio dei ministri dopo mesi e mesi di lavoro». Va detto che il capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha già fatto sapere che come «in Parlamento è stato migliorato il mio decreto Dignità, allo stesso modo migliorere­mo il decreto immigrazio­ne» in aula. Se sia stato un accenno di provocazio­ne, Salvini di certo non la raccoglie: «Certo. E può migliorarl­o non soltanto il Parlamento. Per esempio, se dai sindaci venissero alcune buone idee, noi non mancheremo di raccoglier­le».

Insomma, la disponibil­ità alle modifiche dopo l’approvazio­ne a Palazzo Chigi esiste. Anche se i leghisti avvertono che sul maxi provvedime­nto non c’è da scherzare: «Quel decreto è la summa theologiae, l’incarnazio­ne stessa del lavoro di Matteo in tutti questi mesi. Nessuno deve pensare di poter tirare troppo la corda su questo argomento».

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Nel Mediterran­eo per fortuna non ci sono più Ong, le operazioni devono farle le autorità competenti Luigi Di Maio

L’italia deve salvare tutte le vite. Se è in grado da sola bene, altrimenti bisogna chiedere aiuto a tutti Roberto Fico

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A Genova Matteo Salvini, 45 anni, ieri al Salone nautico con il viceminist­ro Edoardo Rixi, 44(Lapresse)

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