Nuovo sì a Foa per sbloccare la partita Rai
Il cda sceglie, mercoledì voto bis in Vigilanza. Pd contro, pronto il ricorso al Tar della consigliera Borioni
ROMA Il Consiglio di amministrazione della Rai ha eletto ieri per la seconda volta presidente Marcello Foa con lo stesso schema del 31 luglio (prima votazione), alla vigilia della bocciatura della Vigilanza del primo agosto. Foa non ha partecipato alla votazione. Ha avuto quattro voti favorevoli: quello dell’amministratore delegato Fabrizio Salini e poi dei consiglieri Beatrice Coletti (quota M5S), Igor De Biasio (Lega), Gianpaolo Rossi (Fdi). Rita Borioni (quota Pd) ha votato contro. Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti della tv pubblica, si è astenuto.
In una nota, la Rai ricorda che la votazione è stata decisa «anche a seguito dell’atto di indirizzo della commissione di Vigilanza Rai» inviato all’azienda mercoledì 19. Mercoledì 26 il presidente eletto dal cda verrà «audito» in Vigilanza: e poi si procederà al voto. La legge Gasparri, per dare via libera all’insediamento di un presidente Rai, richiede il sì dei due terzi della Bicamerale. Dopo l’accordo Salviniberlusconi, è prevedibile il sì di Forza Italia.
Ma la nomina di Foa potrebbe essere al centro di un possibile ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. La consigliera Borioni, all’inizio della seduta, ha presentato prima della votazione una diffida formale alla seconda elezione di Foa «visti i chiarissimi profili di illegittimità». Poi, a voto avvenuto, ha aggiunto: «A questo punto mi riservo qualsiasi azione a tutela dell’azienda». Che potrebbe essere un ricorso al Tar, soprattutto in base ad alcuni pareri legali.
Soddisfatto il leader della Lega, Matteo Salvini: «L’importante è che la Rai torni a correre, penso che sia una persona che, assieme ad altre, potrà fare tanto per il servizio pubblico, sono contento e non vedo l’ora che tutti lavorino al 100%». Da Pechino Luigi Di Maio parla per il Movimento 5 Stelle: «Mi auguro che la commissione di Vigilanza possa trovare una soluzione. Noi abbiamo deciso di riprovarci con Marcello Foa perché è un giornalista indipendente». Michele Anzaldi, Pd, protesta: «Con Foa presidente viene meno lo strumento previsto per legge, la presidenza di garanzia, per tutelare il rispetto delle minoranze».