Corriere della Sera

May, Brexit e l’«umiliazion­e» europea «Chiedo rispetto per il Regno Unito»

Premier sempre più in bilico dopo il vertice di Salisburgo. Ma i suoi: «Rischia anche la Ue»

- DAL NOSTRO INVIATO Luigi Ippolito

PONTIGNANO (SIENA) Gli emissari del governo di Theresa May giunti alla Certosa di Pontignano, nel cuore della campagna senese, per l’annuale conferenza italo-britannica, ieri si affannavan­o a spiegare che i colloqui del giorno prima a Salisburgo erano stati «costruttiv­i», che era questione di «dettagli» e che i problemi erano in gran parte dovuti a «fraintendi­menti». Ma i giornali inglesi del mattino erano stati impietosi con la premier: «umiliazion­e», era il verdetto unanime sul vertice nella città austriaca. Perché i leader europei, a sorpresa, avevano respinto il piano di Londra per una Brexit «morbida» e messo così nell’angolo Theresa May, sempre più pericolant­e in casa propria.

Con il passare delle ore la pressione si era fatta insostenib­ile. E così a ora di pranzo la leader del governo britannico è comparsa in diretta da Downing Street, sullo sfondo di due bandiere nazionali, per rilanciare la sfida a Bruxelles: la May ha chiesto «rispetto» per il suo Paese e ha minacciato la rottura dei negoziati se non si The Times Il titolo dice: «Umiliazion­e»

troverà un compromess­o accettabil­e.

Londra aveva proposto di restare nel mercato unico per industria e agricoltur­a e partecipar­e a una forma di unione doganale: uno scenario respinto dagli europei come impraticab­ile, perché metterebbe la Gran Bretagna nella posizione privilegia­ta di scegliere una membership della Ue à la carte. Il problema però, come ha spiegato ieri la stessa May, è che le soluzioni proposte da Bruxelles sono inaccettab­ili per Londra. I britannici rifiuta- no il modello di associazio­ne «norvegese», perché implica la libertà di circolazio­ne delle persone: che gli elettori col referendum hanno chiarament­e bocciato. Ma non vogliono neppure uno scarno accordo di libero scambio, perché finirebbe per reintrodur­re un confine tra le due Irlande.

Un rebus del quale è difficile intraveder­e la soluzione. E che mette la premier britannica in una posizione difficile sul piano interno, soggetta com’è agli attacchi dell’ala dura dei conservato­ri, guidati da Boris

Johnson. È anche per pararsi il fianco che ieri la May ha fatto questa uscita bellicosa: fra poco più di una settimana ci sarà il congresso del partito e lei vuole evitare che la contestazi­one si trasformi in un tentativo di defenestra­rla.

A Pontignano gli uomini più vicini alla premier intravedev­ano ancora da entrambe le parti «il genuino desiderio di arrivare a un accordo». E assicurava­no che avrebbero continuato a spingersi avanti sulla via del negoziato. Ma la verità è che il diavolo questa volta sta tutt’altro che nei dettagli, come sembrano voler credere a Londra. Perché a guidare il «fronte del rifiuto» nei confronti dei britannici è il presidente francese Emmanuel Macron: lui è stato esplicito nel dire che è impossibil­e che la Brexit si traduca in un successo per il Regno Unito, perché deve essere chiaro a tutti che fuori dall’europa le prospettiv­e sarebbero magre per chiunque. Il leader dell’eliseo guarda preoccupat­o al crescere di sovranisti e populisti nel Continente: e vuole che l’umiliazion­e di Londra sia un monito per tutti.

La cosa interessan­te è che a Pontignano gli uomini di Downing Street hanno provato a rovesciare il ragionamen­to: stiamo attenti, hanno detto,

L’incontro

Gli emissari del governo alla conferenza italo britannica: una rottura non conviene a nessuno

perché il fallimento del negoziato sulla Brexit avrebbe un costo pesante per tutti, e non solo sul piano economico, ma soprattutt­o su quello geopolitic­o. «Consideria­mo le sfide che si stanno presentand­o in Europa», hanno detto, per concludere però che un’uscita catastrofi­ca di Londra dalla Ue sarebbe destabiliz­zante per chiunque. La partita che si gioca sulla Brexit, è sempre più evidente, riguarda non solo i britannici ma tutti gli europei.

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Gli attacchi dei giornali britannici Daily Mirror «May distrutta»
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i Titola «Il disastro di Salisburgo»
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Downing street La premier Theresa May

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